Rosato: vittoria di diritti e civiltà per tutto il Paese

UDINE. Orgoglioso anche a costo di «perdere qualche voto in nome di una battaglia di civiltà che andava combattuta» e pure per la sintesi trovata nel centrosinistra «dopo un lavoro lunghissimo di tessitura delle diverse anime».
Ettore Rosato, capogruppo alla Camera del Pd, nel day after il via libera definitivo alla legge sulle unioni civili si gode il risultato raggiunto e lancia una frecciata alla Lega Nord, il cui leader, Matteo Salvini ha apertamente invitato i sindaci alla disobbedienza: «fatto grave».
Onorevole, la legge approvata dalla Camera è la migliore possibile viste le condizioni in cui vi siete trovati a operare con una maggioranza, al Senato, a dir poco risicata?
«Tutto è perfettibile, ma sono convinto che alla fine il Parlamento abbia varato una norma equilibrata e che rappresenta un decisivo passo in avanti, senza alcuna equiparazione con il matrimonio, nella direzione voluta, cioè quella del riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone».
È stato più difficile ottenere il sì di ampie fette cattoliche del partito oppure dell’anima “dem” più a sinistra che avrebbe voluto che osaste di più?
«La complessità sta sempre nel trovare un punto di equilibrio e credo che, alla fine, la presenza di posizioni così eterogenee tra loro all’interno del Pd abbiano aiutato a tracciare la sintesi finale. Non è stato facile. Abbiamo avuto bisogno di lavorarci parecchio. Basta pensare alla diversità con cui è costruita questa maggioranza e al fatto che, nel 2013, in pochi avrebbero scommesso che saremmo arrivati a ottenere entro fine legislatura questo risultato segnando una tappa storica per il Paese».
Una parte del centrodestra, però, vi accusa di aver sfasciato la famiglia tradizionale...
«Con questa legge non abbiamo assolutamente messo in discussione la famiglia, il cui ruolo nella nostra società era e resta indiscutibile, ma abbiamo semplicemente detto basta alla serie B dei diritti. Non riesco davvero a capire come garantire più diritti a una persona possa limitare la libertà di qualcuno.
Ho il massimo rispetto per le posizioni diverse dalle nostre, ma, da cattolico, penso sia giusto rappresentare le istanze di tutti».
Ha ragione Matteo Renzi quando sostiene che questa battaglia andava combattuta anche a rischio di perdere voti tra i cattolici italiani?
«Può darsi che qualcuno decida di abbandonarci, ma ha ragione il presidente del Consiglio quando dice che le leggi, specialmente quelle che riguardano i diritti, vanno approvate a prescindere dal risvolto elettorale. E invito tutti coloro che sono alle prese con qualche “mal di pancia” a riflettere sul controsenso insito in chi crede che negare i diritti a qualcuno possa tutelare il concetto di famiglia.
Penso, lo dico con il massimo rispetto e senza voler travisare il messaggio del pontefice, alle parole di papa Francesco quando parla del dovere di accoglienza per tutti. Un dovere che noi abbiamo voluto rappresentare anche all’interno della legislazione italiana che, in materia, era la più arretrata d’Europa».
Da eletto in Fvg che effetto le fa riflettere sul fatto che Udine e Pordenone siano quasi dei precursori della legge?
«È bello sapere che i nostri sindaci hanno compiuto una battaglia sui diritti che trovano, oggi, nelle norme approvate dal Parlamento il giusto riconoscimento di un lungo percorso».
Poi però c’è la Lega che invita alla disobbedienza...
«Il mancato rispetto delle leggi a cui istiga il Carroccio, cosa che peraltro fa di frequente, è un fatto molto grave. E mi fermo qui».
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