Ronco: il Donatello crea talenti del calcio professionistico

Totò Di Natale e Simone Ronco si sono conosciuti nel 2005 e la loro amicizia è diventata presto la base del sodalizio professionale che li ha portati a una collaborazione strettissima. Inseparabili sui campi dell’Udinese, col tempo hanno condiviso il sogno di creare talenti e lanciarli nel calcio professionistico. Come? Attraverso uno dei “vivai” più fecondi d’Italia: l’Associazione sportiva dilettantistica “Donatello Calcio” di via di Brazzà. Una società che, oggi, conta 190 tesserati tra i 5 e i 16 anni d’età e che ha già sfornato campioni del calibro di Padoin, Crisetig, Petania e Scuffet. Ecco perchè la notizia dell’inchiesta che la Procura ha avviato a carico di due ex presidenti del Donatello, per una serie di ipotesi di reati fiscali, non può che lasciare l’amaro in bocca a quanti, dopo di loro, stanno investendo tempo e denaro per portare il nome della società in cima alle classifiche nazionali.
«Non ne sapevamo niente e preferiamo astenerci da qualsiasi valutazione - afferma Ronco, che del Donatello è il presidente dall’agosto del 2012 -. Con Totò, pensiamo e lavoriamo a ben altri progetti. In Italia ci conoscono già tutti, ma l’obiettivo è crescere ancora. Qui non si gioca per vincere, ma per l’orgoglio di piazzare qualche giovane promessa. Per farlo, però, abbiamo bisogno di sponsor e mezzi». Di gente, cioè, disposta a puntare sul Donatello. Di Natale lo ha fatto, finanziando il restyling della struttura: un contratto di mutuo da 180 mila euro, che ha permesso di sostituire il vecchio campo in ghiaia con due campetti a 8 e a 5, in erba sintetica e di ultima generazione, e di rinnovare illuminazione, reti e panchine.
«Soldi privati al servizio di un bene pubblico - continua Ronco -, visto che la struttura ci è stata data in concessione ventennale dal Comune (scadrà nel 2033, ndr). Entro quella data, la società si è impegnata a restituire il denaro a Di Natale. Nel frattempo, però, il progetto da 950 mila euro approvato dal Comune per il rifacimento dei gradoni e degli spogliatoi langue. Bloccato dal Patto di stabilità, ci hanno detto. E così, si va avanti con strutture vecchie e inadeguate. Con la prospettiva, peraltro - aggiunge -, di ritrovarci con gli stessi gradoni e senza una copertura per gli spettatori, a causa dei vincoli imposti dalle Belle arti».
Disagi a parte, il Donatello resta un fiore all’occhiello nel panorama calcistico giovanile. «Nonostante tutto, continuiamo a sfornare una media di un paio di talenti l’anno - dice ancora Ronco -. Con i soldi delle quote, 350 euro l’anno a ragazzo, non si riescono neppure a coprire i costi della sua formazione. Che, tra abbigliamento, trasporti e tecnici, ammontano a un migliaio di euro l’anno. Noi, però, guardiamo avanti. Tra i progetti in cantiere, c’è anche l’organizzazione di campi estivi».
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