Riviera Nord, i cittadini si mobilitano per salvarla

Lignano, l’attenzione sui 106 ettari di pineta sui quali la società proprietaria propone la costruzione di un eco-villaggio turistico continua a essere alta: “Riviera Nord: le ragioni del no” è il tema dell’incontro pubblico organizzato da comitati, parti politiche e cittadini per sensibilizzare residenti e turisti sul futuro dell’area protetta

LIGNANO. L’attenzione sul “polmone verde” di Lignano, i 106 ettari di pineta sui quali la società proprietaria propone la costruzione di un eco-villaggio turistico multimilionario e immerso nel verde, continua a essere alta: “Riviera Nord: le ragioni del no” è il tema dell’incontro pubblico organizzato da comitati, parti politiche e cittadini per sensibilizzare residenti e turisti sul futuro dell’area protetta come Sic, Sito di importanza comunitaria. L’appuntamento è per mercoledì 5 febbraio, alle 18.30, in Terrazza a mare.

«Sull’area privata, che rappresenta l’ultimo esempio di dune fossili dell’Alto Adriatico, la proprietà mira a costruire l’ennesimo villaggio da 4 mila posti letto – scrivono gli organizzatori –. Ci siamo uniti per l’unanime preoccupazione che l’attuale amministrazione comunale di Lignano, che si è esposta a favore della proprietà nel corso di due incontri pubblici di presentazione del progetto (dando il patrocinio), voglia rilasciare in tempi brevi il permesso di costruire. Lignano ha bisogno di amministratori lungimiranti».

A porre sotto alla lente d’ingrandimento la questione è anche un gruppo di residenti di Riviera, che definisce il progetto presentato dalla Pineta mare Lignano spa come “il mistero degli immobili non immobili”.

«Il Comune ha autorizzato sull’area la costruzione di 70 mila metri cubi che si svilupperebbero, secondo il piano proposto, in palazzine da 3 o 4 piani ciascuna (per alberghi, ristoranti e reception) lungo viale delle Terme con il relativo abbattimento di pini e distruzione della flora e della fauna – sottolineano alcuni abitanti tramite Silvio Reginato, che ha snocciolato le criticità in una lettera indirizzata al Messaggero Veneto –. Ma c’è di più. Verranno anche costruiti altri 67 mila metri cubi di casette di legno (400 in totale) sparse nel bosco.

Tra le molteplici caratteristiche di questi “non immobili” – specificano – c’è il poggiare su piattaforme fissate stabilmente al suolo, i collegamenti fissi come l’impianto elettrico, idrico e fognario, il non essere soggette a Imu così come a preventiva licenza o autorizzazione per l’edificazione».
 

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