Ritorno a 101 anni: voglio vivere a Udine

Giuseppe Fornaroli, esperto di elettronica e camminatore
Udine 15 Aprile 2013 centenne di via aquileia Copyright Petrussi Foto Press /turco
Udine 15 Aprile 2013 centenne di via aquileia Copyright Petrussi Foto Press /turco

A 101 anni torna a Udine per essere vicino al figlio unico (di 73 anni) che cura i postumi di un intervento chirurgico. E così decide di risiedere di nuovo in città dopo una vita trascorsa all'estero e in diverse regioni. E’ l’ennesimo anello nella lunga e avventurosa storia di Giuseppe Fornaroli, che incontriamo di mattina a passeggio in centro, in scarpe da ginnastica, prima di essere ospitati nella sua casa di via Aquileia dove ci narra una storia sorprendente per molti aspetti.

«Lombardo d’origine – racconta Fornaroli -, sono nato a San Rocco al Porto (Lodi) il 29 novembre 1911. Sin dai primi vagiti fui affidato a uno zio titolare di un’azienda agricola. In età scolare fui accolto in un collegio-seminario di Piacenza. Conobbi i genitori di sangue solo a 18 anni, in occasione della maturità classica, ma non feci mai rientro nella famiglia natia. Ultimati gli studi superiori dovetti pensare a mantenermi lavorando nel campo delle elettro-trasmissioni. Dapprima trovai occupazione in Italia, poi in Francia e in seguito - erano i primi anni Trenta - in Eritrea, all’Asmara, dove conobbi e fraternizzai con il mio quasi coetaneo Indro Montanelli (classe 1910) che aveva sposato da poco una ragazza autoctona di 15 anni dopo averla “comprata” dalla famiglia di provenienza».

Dotato di ingegno e doti comunicative, nel periodo africano Fornaroli ottenne diversi incarichi finché venne assunto da un'azienda inglese che produceva materiale para-bellico. «La considerazione di cui godevo – narra Giuseppe - crebbe dopo che creai un sistema di trasmissione a “onda vettrice” per la diffusione di messaggi (senza interferenze) a lunga distanza, brevetto che venne poi utilizzato a fini militari. Riconoscenti per la collaborazione, gli inglesi mi rilasciarono l'ambìto attestato di radio-engineer che tuttora conservo».

Nel 1940 Giuseppe Fornaroli sposò Rita Sacher, friulana di Cussignacco emigrata in Eritrea con la famiglia, che all’Asmara gestiva una trattoria. Nello stesso anno nacque il figlio Giulio. Qualche tempo dopo, vittima di un incidente sul lavoro, fu operato alla testa, rimanendo in coma per giorni. Poi, con un recupero giudicato prodigioso dai medici, si riprese e tornò al lavoro, beneficiando in seguito della pensione di invalidità per causa bellica.

«Nel 1947 – prosegue il racconto -, come tanti altri connazionali, rientrai in Italia su una nave-ospedale e con viaggio gratuito in considerazione dei miei trascorsi. Vissi qualche anno a Milano, poi arrivai con la famiglia in Friuli, terra di mia moglie, e presi dimora a Udine, in via Aquileia, nella casa dove restai fino a qualche tempo dopo la sua morte e che ora, dopo una chiusura durata oltre vent'anni, ho ripreso ad abitare». Essendo un vulcano di idee, allora Fornaroli svolse diverse attività, arrivando a costruire, da vero precursore, un robot per un'industria friulana.

Il figlio Giulio, dopo gli studi liceali a Udine e le prime occupazioni, nel 1968 sposò Bruna Cocetta, da cui ebbe due figli. Di lì a poco divenne a sua volta giramondo per ragioni di lavoro, come progettista elettronico facendo ritorno definitivo a Udine dopo alcuni decenni, all'età della pensione. Adesso è in convalescenza per i postumi di un intervento chirurgico. E, come si accennava, il padre lo va a trovare tutti i giorni, attraversando la città a piedi.

Rimasto vedovo nel 1981, Giuseppe Fornaroli ebbe modo di conoscere qualche anno dopo Rina, vedova di Fiume Veneto, che divenne la compagna con cui da allora è vissuto nella cittadina della Destra Tagliamento dopo aver chiuso i battenti in via Aquileia. Nel dicembre scorso, la prolungata malattia del figlio lo ha spinto però a rientrare a Udine, dove intende fermarsi stabilmente facendo la spola tra le province di Udine e di Pordenone, sdoppiandosi tra il figlio e l'affezionata Rina, oggi novantaquattrenne.

In questi anni Giuseppe Fornaroli, bisnonno di tre pronipoti, continua a svolgere varie attività, sfruttando cultura, competenze nel settore elettronico e doti di affabulatore. Tra l'altro, è stato docente all'università della Terza età e ha aiutato la cognata, titolare fino alla chiusura della Birreria Moretti di fronte alla stazione. Estroverso, dopo un'esistenza ricca di eventi, conta molti conoscenti con i quali si intrattiene in vivaci conversazioni, che si trasformano in interessanti monologhi. «Riuscirebbe a vendere ghiaccio agli esquimesi» afferma sorridendo la nuora Bruna, che aggiunge: «Poteva essere un uomo di spettacolo. E poi ha guidato la macchina fino a 99 anni».

Da dire ancora che, a 101 primavere, è un camminatore instancabile e usa gli occhiali solo per leggere. «Come si vede sta meglio di me», commenta Giulio. Insomma ha lo spirito di un giovanotto ed è pieno di iniziative. Si compiace di dichiararsi giornalista e di scrivere tuttora “pezzi” per testate specializzate che si occupano di elettronica. Chi lo avvicina non può non avvertire la vitalità e la tempra di un esuberante puer centum annorum!

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