Ritardi nelle consegne di auto nuove: l’usato ora è più caro del trenta per cento
Vetture nuove al rallentatore, chi ha necessità di un acquisto immediato fa i conti con gli aumenti

UDINE. Resta problematico il mercato delle compravendite auto. Se da una parte le consegne di vetture nuove sono ancora rallentate, anche se la situazione sta lentamente tornando a livelli accettabili rispetto a un anno fa, negli ultimi mesi si è fatta invece più importante la questione del prezzo dell’usato, che ha subito aumenti fino al 30%.
Tempi duri dunque per gli automobilisti: oltre ai continui rincari dei carburanti devono infatti fare i conti con un mercato che sembra fuori controllo con le auto usate, i cui prezzi sono saliti del 30% nei primi tre mesi del 2023.
Ma anche le nuove sono decisamente rincarate: 26 mila euro il costo medio. C’è da fare i conti pure con le multe e gli autovelox. «Una situazione – spiega Simone Baldelli, già presidente della commissione parlamentare di inchiesta per la tutela dei consumatori – che attende da 13 anni una legge che detti «regole certe e chiare sul loro utilizzo».
Complici i tempi di attesa per la consegna delle auto nuove, il mercato delle auto usate in Italia è «letteralmente impazzito, – sostiene Federcarrozzieri – facendo impennare i listini praticati al pubblico.
Prima la crisi dei microchip, poi quella dei semiconduttori, unitamente ai problemi logistici legati alla carenza di bisarche e di autotrasportatori e all’aumento dei listini, hanno allungato a dismisura i tempi di consegna delle auto nuove, al punto che oggi l’attesa, per alcuni tipi di macchine, è di 12 mesi».
In questa situazione «chi ha impellente necessità di una vettura, o di cambiare quella che già possiede, deve così rivolgersi al mercato dell’usato dove i prezzi, proprio in ragione della maggiore domanda (372.696 trasferimenti di proprietà solo a gennaio, +7,8% su base annua) sono schizzati alle stelle: nel 2022 i prezzi delle auto di seconda mano hanno subito un rincaro medio del 24%, fenomeno che prosegue anche nel 2023, al punto che nei primi 3 mesi dell’anno l’aumento dei listini si aggira attorno al +30%.
Ci sono così ulteriori rischi per gli automobilisti e per i consumatori che si affacciano a tale mercato: il primo è legato evidentemente ai prezzi di acquisto superiori rispetto al passato, il secondo, di segno nettamente opposto – denuncia Federcarrozzieri – è determinato, in caso di sinistro, dalla insufficiente liquidazione dei danni da parte delle compagnie di assicurazioni».
Assoutenti ha intanto realizzato uno studio mettendo a confronto i listini praticati dalle case automobilistiche. Nel 2013 per acquistare un’auto nuova si spendevano di media 18 mila euro, cifra salita oggi a 26 mila euro con un aumento del +44,4% in 10 anni. Secondo gli ultimi dati Istat, a marzo i prezzi delle auto nuove sono saliti del +6,1% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Alla base di tali rincari, sia l’avvento delle auto elettriche sul mercato, i cui costi elevati hanno alzato la media, sia la crisi delle materie prime, dai microchip alla componentistica, materiali sempre più rari e costosi.
In Friuli Venezia Giulia la situazione è simile rispetto al resto del Paese, ma le criticità sono inferiori, secondo quanto spiega il presidente di categoria per Confcommercio Giorgio Sina.
«Il boom dei prezzi dell’usato sta rientrando - dice Sina -. Aumenti del 30 anche 40 per cento li abbiamo registrati, ma fino alla fine del 2022, adesso la situazione sta migliorando, anche se i listini restano alti. L’impennata è dovuta al fatto che non consegnando auto nuove, non si ritirava usato e non c’era la disponibilità.
Non c’è un modello in particolare che è rincarato, le utilitarie sono sempre e comunque le più richieste. La dinamica in ogni caso incide anche a favore delle quotazioni per il cliente: se un proprietario vuole vendere l’auto avrà qualche vantaggio in più rispetto a prima, soprattutto se decide di comperare una macchina nuova».
Sina fa anche un quadro dell’andamento del mercato. «Le vendite del nuovo stanno andando benino in questo inizio di 2023 - spiega - . Le consegne sono in incremento, i nuovi contratti nell’ultimo mese sono stazionari. Il flusso di arrivi è ripreso, va un po’ meglio rispetto a un anno fa, ma non ancora sui livelli del 2021.
Su 100 auto che oggi si vendono, 40 sono ibride, 35 a benzina o diesel, il resto Gpl e metano, mentre l’elettrico ha una quota del 4 per cento ed è stabile. Ritengo che sia da rivedere tutto il sistema degli incentivi, al momento lo stock degli sconti sui motori termici è già esaurito.
Il 60% del parco auto in regione ha più di 10 anni, sarebbe opportuno incentivare comunque l’acquisto di una vettura nuova, senz’altro meno inquinante di quelle di un decennio fa».
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