Risparmio tradito: investe sulle monete da collezione ma il capitale va in fumo

UDINE. Doveva essere un investimento per il futuro, un regalo prezioso da lasciare in eredità a figli e nipoti. Un capitale che sarebbe rimasto lì, intatto, e anzi avrebbe aumentato, con il passare del tempo, il suo valore. E invece le monete da collezione ampiamente pubblicizzate, qualche anno fa, sui principali canali televisivi, sono diventate l’ennesimo “pacco” rifilato agli ignari risparmiatori. Perché l’acquisto di 4 lire (pezzi da 10, 5, 2 e 1) d’oro al prezzo di 7.900 euro, con tanto di certificato d’autenticità, non è stato un affare. Le stesse monete sono state valutate dagli esperti del settore appena mille euro, cioè la quotazione della materia prima, l’oro appunto.
Il caso, un inedito in Italia (all’ufficio reclami della Consob non sono pervenute finora segnalazioni del genere), è stato portato alla luce da un’anziana risparmiatrice udinese che ne ha parlato pubblicamente durante l’incontro del Fake News Fest intitolato “Quando le bufale toccano il portafoglio” e che si è rivolta all’associazione Consumatori attivi della presidente Barbara Puschiasis per ottenere supporto. Perché la signora, arrabbiata nera per lo smacco finanziario subito, non ha intenzione di fare spallucce e vuole sottoporre la vicenda alla magistratura e alle Autorità di vigilanza. Sembra che nella “rete” delle monete da collezione siano già finiti diversi friulani, come ha evidenziato la stessa risparmiatrice che ha avuto il coraggio di denunciare.
«Consumatori attivi - ha detto l’avvocato Puschiasis - ha ricevuto la segnalazione da parte di un’associata di un nuovo caso che riguarda sempre i risparmi “traditi”. In particolare la signora Luisa (nome di fantasia), nel 2015 stava guardando la televisione e in particolare un canale Rai quando è comparsa una pubblicita dove l’attore Massimo Dapporto per “Editalia Spa, Gruppo istituto poligrafico e zecca dello Stato”, mostrava le monete in lire di vario taglio in oro e argento emesse dal predetto istituto. “Chiunque telefonerà al numero in sovraimpressione riceverà il libro della storia della lira”, spiegava lo spot dagli schermi tv.

Pertanto la signora Luisa, interessata a ricevere il libro sulla storia della nostra vecchia moneta (da più di qualcuno rimpianta anche oggi) che sarebbe stato donato a chiunque avesse telefonato, chiamava il numero indicato. Le dicevano che sarebbe giunto a casa sua un addetto che le avrebbe portato il volume e avrebbe comunque fatto vedere le monete anche solo per pura curiosità. Giunto l’agente a casa della signora Luisa, questi consegnava il libretto in omaggio e faceva intendere come l’acquisto delle monete fosse un modo per investire i propri risparmi su oggetti che avrebbero comunque nel tempo mantenuto, o addirittura aumentato, il loro valore. Interessata dunque a ciò e convinta dalle parole dell’agente acquistava quattro monete d’oro il cui valore/prezzo veniva indicato in 7.900 euro che veniva pagato con una caparra di 1900 euro all’ordine e i rimanenti con assegno circolare alla consegna.
Il motivo dell’investimento era anche quello di poter lasciare un valore ai nipoti o comunque di mettere i suoi risparmi al sicuro, visti i crac dovuti alle azioni delle ex banche Popolari venete o gli investimenti fallimentari in diamanti, che venivano proposti da molti importanti istituti di credito. Successivamente anche per necessità di ottenere liquidità l’anziana si recava da diversi gioiellieri e numismatici al fine di poter realizzare la somma investita. Lì l’amara sorpresa perché le veniva da tutti detto come quelle monete, pagate ben 7900 euro, in realtà potevano avere un controvalore sul mercato non superiore ai mille euro, valore ancora inferiore a quello dell’oro.
Ora dunque, sulla scorta di quanto emerso dal convegno sulle fake news e dal confronto anche su questi temi tra Consumatori attivi e Consob, l’associazione e la risparmiatrice provvederanno a chiedere spiegazioni alla venditrice Editalia Spa e a sottoporre alle Autorità di vigilanza e alla magistratura il caso che non è solo friulano e che pare possa coinvolgere molte persone. E dopo aver scoperto come il prezzo richiesto dalle banche ai clienti per l’acquisto dei diamanti fosse assolutamente spropositato, ora alcuni risparmiatori si trovano davanti pure a questa ennesima, amara, sorpresa».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto