Rinnovata la più antica fioreria del centro

Alla “Cristallo”, in corso Garibaldi, tre generazioni di Turchet. Dai funerali di Lino Zanussi ai tempi moderni
La neve è stata la cornice perfetta per rendere unica una giornata speciale.


La fioreria Cristallo è un pezzo di storia di Pordenone, e ieri ha iniziato un nuovo corso. L’attività commerciale di corso Garibaldi ha cambiato volto, con un profondo restyling degli interni guardando al futuro: gli allestimenti sono stati realizzati in Krion, un materiale speciale e innovativo. Una svolta importante per un’attività che ha visto la luce nel 1960, e in 57 anni è rimasta sostanzialmente la stessa.


Cambia l’estetica, ma le persone e la passione rimangono le stesse. Al timone ci sono Luciano Turchet e la figlia Annalisa. Quest’ultima rappresenta la terza generazione dietro il banco della fioreria.


Tutto è iniziato il 29 aprile del 1960. Antonio Turchet, padre di Luciano, aprì l’attività poco distante dalla sede attuale, dove oggi c’è l’ortofrutta Pippo.


Deportato dai nazifascisti nel campo di concentramento di Dachau, al ritorno dalla prigionia ha coltivato la professione di fiorista come dipendente, fino all’apertura della sua azienda.


All’apertura della fioreria, Luciano aveva 12 anni, e in oltre mezzo secolo in corso Garibaldi ha visto cambiare la città, e ha conosciuto i pordenonesi nel profondo. In ogni celebrazione i fiori sono presenti, e così negli eventi che hanno segnato la storia di Pordenone. Luciano tra i tanti lavori ricorda quello per i funerali di Lino Zanussi. Ma il suo pensiero non privilegia i grandi eventi, quanto la quotidianità con i clienti abituali.


Forse sarebbe più corretto parlare di amici, e infatti sono state moltissime le persone che ieri sono passate per un saluto e un augurio. Merito di una filosofia lavorativa, che ricorda le botteghe di una volta. «La nostra attività rimane piccola, come voleva mio padre, perché così si possono curare tutti i particolari, e cerchiamo di far sentire ogni cliente a casa».


In fioreria ne ha fatti sentire tanti di pordenonesi a casa, e ha visto i mutamenti della società. «Tra alti e bassi la città del tempo sta migliorando».


E della stessa opinione è anche la figlia Annalisa, che ha iniziato a lavorare nell’attività di famiglia a partire dal 2000 ed è una testimone della Pordenone del ventunesimo secolo.


«Dopo tanti anni c’era bisogno di un rinnovamento e di investire per stare al passo con i tempi – racconta – ma la filosofia rimane la stessa e continuerò a lavorare con papà».


Parlando della città, Annalisa non si sbilancia, sottolineando che negli anni è cambiata, nel bene e nel male. Le abitudini dei pordenonesi, in questo campo, invece non cambiano: «Piacciono le orchidee, le composizioni floreali, e il romanticismo c’è ancora: ci sono tanti ragazzi che vengono a prendere fiori da regalare alle fidanzate».


L’obiettivo per il futuro di Annalisa è migliorare sempre di più. Ma pensando sempre a papà Luciano: «Continuerò seguendo sempre i suoi insegnamenti, e la festa di oggi è per lui. Se lo merita».


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