Rimesso in funzione l’impianto di rifiuti sequestrato dal Noe «Norme rispettate»

L’impianto di smaltimento e lavorazione rifiuti della Ergoplast di Pradamano è rientrato in funzione. La Procura di Udine ha infatti disposto il dissequestro dello stabilimento a cui il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri aveva posto i sigilli per la mancanza dell’autorizzazione che certificava il collaudo finale. Ora il presidente Guido Dorigo vuole fare chiarezza. «La società – afferma – opera nel campo dello smaltimento, recupero e lavorazione dei rifiuti dal 2004 e fino a oggi non ha mai subito procedimenti penali, amministrativi o sanzionatori. Proprio per questo le preme salvaguardare la propria attività e immagine nei confronti della clientela acquisita in quasi 20 anni di attività e in primo luogo tutelare il buon nome del proprio sito aziendale nel territorio in cui opera». Una società che punta molto sugli investimenti. Nel 2018 e agli inizi del 2019, infatti, la Ergoplast pianifica una serie di investimenti finalizzati al miglioramento della capacità produttiva, della lavorazione dei rifiuti, della qualità dell’ambiente e del lavoro dei collaboratori. L’ampliamento del sito produttivo viene autorizzato con un decreto del 13 agosto 2018 della Direzione centrale ambiente ed energia della Regione. L’attività si svolge su di un’area autorizzata di 20.000 mq scoperti e su un’area coperta di circa 4.000 mq adibite alla lavorazione e allo smaltimento degli ingombranti provenienti dai centri di raccolta, ecopiazzole e aziende della provincia di Udine e della regione. La società si occupa inoltre della lavorazione delle materie plastiche provenienti dal settore industriale e domestico, trasformandole in plastiche di seconda vita.
Durante il controllo del Noe del 16 settembre «è emerso che la Ergoplast – riferisce Dorigo – non aveva provveduto alla nomina del collaudatore finale dell’impianto, nonché alla voltura della fideiussione in essere, già intestata al comune di Pradamano, secondo le disposizioni normative precedenti, a favore della Regione in base a quanto oggi stabilito». Tale dimenticanza «relativa ad adempimenti meramente formali, è dipesa da un fraintendimento conseguente alle nuove normative che hanno comportato la soppressione delle Province e il trasferimento delle loro competenze alla Regione. Nella vecchia normativa, infatti, la competenza della nomina del collaudatore finale incombeva alla Provincia, adesso invece tale onere è stato trasferito in capo all’impresa che effettua i lavori». «La mancanza del certificato finale di collaudo – conclude il presidente –, dovuta a un adempimento formale omesso, non può qualificare la Ergoplast come un “operatore non autorizzato”. La società ha dato immediato corso a tutti gli adempimenti, che nel giro di qualche giorno sono stati completati, acclarando la piena rispondenza dell’impianto al progetto autorizzato e alle normative vigenti con garanzia di massimo livello di sicurezza e di attenzione per l’ambiente. Ringrazio gli uffici del Comune di Pradamano e della Direzione ambiente ed energia della Regione per la collaborazione tempestiva finalizzata al completamento della documentazione, anche perché l’attuale sistema burocratico, in generale, non semplifica le procedure per investire e creare nuovi posti di lavoro». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto