Rimane folgorato sui tralicci il grifone simbolo della Riserva

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Aveva 15 anni e un’apertura alare di 2 metri a 80 centimetri. “F17”, così era stato chiamato il grifone morto su un traliccio di media tensione a Sompcornino; era diventato il simbolo della riserva naturale di Cornino. La sorte di “F17” segue quella di una decina di suoi simili uccisi dai moduli per il trasporto della corrente elettrica nell’ultimo decennio, Troppi per una specie ormai a rischio, e ha suscitato l’indignazione di studiosi e amministratori comunali che chiedono ai gestori del servizio interventi immediati per ridurre i rischi. A individuarne la carcassa, non distante dal cortile della sua abitazione, è stata Virginia Marcuzzi che ha segnalato l’accaduto alla squadra di recupero della Riserva. Sull’anello di riconoscimento c’era la lettera “F”, a indicare Forgaria, luogo di provenienza dell’animale. “F17” accompagnava l’attività di ricerca degli ornitologi del protetto Grifone da tempo. Era nato sulle pareti rocciose della Riserva, dalla quale gli esperti lo monitoravano.

«Molto probabilmente, il maltempo e le forti raffiche di vento di domenica scorsa hanno indotto l’animale a posarsi sul traliccio della media tensione, provocandone la morte per elettrocuzione», spiega il direttore scientifico della Riserva e del Progetto grifone, Fulvio Genero, confermando che si trattava di un esemplare di Gyps fulvus, avvoltoio grifone mangiatore di carcasse, oggetto di un piano di reintroduzione in natura tra i più importanti a livello europeo.

«Purtroppo – aggiunge Genero – non si ferma la “strage” che i tralicci provocano fra gli avvoltoi e tutta l’avifauna di grossa taglia. Si tratta della principale causa di morte, insieme all’avvelenamento da piombo legato al consumo di resti di origine venatoria».

«La principale sfida, nelle problematiche di conservazione delle specie – osserva Luca Sicuro, presidente di Pavees, la società cooperativa che da quasi 10 anni gestisce la Riserva –, è la ricerca di un equilibrio tra lo sviluppo antropico e il rispetto degli spazi della biodiversità. Basterebbe seguire l’esempio di altri Paesi europei, quali Croazia, Spagna e Bulgaria, che hanno ovviato al problema con dispositivi di isolamento parziale. Non possiamo che appellarci ai gestori del servizio e alle istituzioni per contrastare il problema.

«In passato – dichiara il sindaco Marco Chiapolino – incidenti di questo tipo avevano già causato la morte di alcuni esemplari: all’epoca avevamo sollevato il problema con l’ente gestore delle linee elettriche, avanzando la richiesta di mettere in sicurezza la zona. Convocheremo i tecnici responsabili per individuare le tratte che andrebbero isolate, al fine di accelerare i tempi di un intervento». —



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