Riforma della banche Popolari, Tilatti (Cividale) contro il Governo

Il presidente: “Così si apre la strada a spregiudicate manovre finanziarie che rischiano di fagocitare questi istituti”
Udine 17 Aprile 2013. Banca Popolare di Cividale. Filiale di Via Marsala. Telefoto Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Udine 17 Aprile 2013. Banca Popolare di Cividale. Filiale di Via Marsala. Telefoto Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

CIVIDALE. “L’abolizione del voto capitario, dei tetti di possesso azionario e del numero di deleghe per il voto assembleare fa venire meno i capisaldi che regolano le banche popolari aprendo così la strada a spregiudicate manovre finanziarie che rischiano di fagocitare questi istituti.” Lo afferma Graziano Tilatti, presidente della Banca Popolare di Cividale, che in una nota commenta la recentissima riforma della banche Popolari voluta dal Governo Renzi.

“Le conseguenze - dice il presidente - sono di straordinaria gravità e per questo la vicenda dell’abrogazione dell’art.30 del testo unico in materia bancaria è diventato giustamente un caso politico. Per quanto la norma varata dal governo coinvolga solo le 10 principali Popolari, appare inopportuno omologare le banche di territorio alle banche “capitalistiche” senza che ciò comporti un grave danno per le comunità locali e alla stessa pluratità del sistema creditizio che è da ritenersi un punto di forza e non di debolezza del comparto”.

“Le banche popolari - conclude Tilatti - hanno 150 anni di storia, quella di Cividale, l’unica del Friuli VG, ne compie 130 il prossimo anno. Rappresentano un patrimonio di valori, di sacrifici, di lavoro al servizio delle famiglie e delle Pmi”.

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