Ricerche all’avanguardia degli oculisti friulani

L’Oftalmologia dell’Università di Udine prima in Italia secondo l’Agenzia nazionale Il professor Lanzetta: ogni anno diplomiamo almeno quattro specializzandi



A “quotarla” è stato il gruppo di esperti che formano l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca nel suo ultimo rapporto. È così che l’Oftalmologia dell’università di Udine è risultata al primo posto in Italia, seguita da quelle di Genova, Milano, Brescia, Parma e Torino, solo per citare alcune delle top ten di una classifica che valuta i settori scientifico disciplinari delle facoltà di Medicina che hanno almeno due ricercatori.

L’80% delle pubblicazioni scientifiche realizzate sulla base del lavoro di ricerca hanno raggiunto la valutazione “eccellente”, il 20% “elevato”. Secondo il Censis, il più qualificato strumento di interpretazione della realtà italiana che redige annualmente il rapporto sulla situazione sociale del paese, la facoltà di Medicina dell’università di Udine si è sempre classificata di anno in anno nei primissimi posti della graduatoria. Da più di un decennio l’Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca Anvur cura la valutazione esterna della qualità delle attività delle università. L’ultimo studio ha stabilito che gli oculisti dell’università di Udine sono i migliori tra gli oltre 200 d’Italia valutati sulla base della produzione scientifica. Il team è guidato da Paolo Lanzetta, professore ordinario dell’ateneo friulano, un’autorità nell’ambito delle malattie della retina per le quali la ricerca ha fatto negli ultimi anni passi da gigante. Lanzetta è stato tra i primi a valutare e a impiegare i nuovi farmaci intravitreali per la cura della maculopatia dell’anziano e dei pazienti diabetici, le principali cause di cecità rispettivamente nei pazienti oltre e al di sotto dei 55 anni. Molte delle sue ricerche hanno riguardato il corretto uso di queste terapie che necessitano di un costante monitoraggio del paziente e di un trattamento prescritto da personale esperto, con il supporto di adeguate tecnologie come l’angiografia Oct, una sorta di Tac in grado di visualizzare anche i vasi patologici della retina. Nel corso di un ventennio, la scuola diretta da Lanzetta ha diplomato gran parte degli oculisti che lavorano in regione.

«Abbiamo tre specializzandi all’anno – spiega Lanzetta – e la Regione mette a disposizione posti con fondi regionali, in più occasioni abbiamo avuto uno specializzando in più. Quest’anno, il ministero della Ricerca che accredita le sedi universitarie per le scuole di specialità ha optato per l’accreditamento condiviso fra Trieste e Udine dove ci saranno sei posti, di cui quattro con finanziamento nazionale e due con borse regionali».

Le pubblicazioni del team udinese riguardano anche le nuove tecnologie mini-invasive per la chirurgia retinica che riducono il trauma operatorio anche in caso di distacco della retina. Alcune delle ricerche sono in collaborazione con ricercatori di fama internazionale. L’ateneo di Udine ha infatti anche accordi con l’Università medica di Vienna e con l’Istituto oftalmico LV Prasad in India, eccellenze nell’ambito dell’Oculistica. Fin qui il settore della formazione, cui la Clinica di oculistica affianca quello dell’assistenza: «Ogni anno – anticipa Lanzetta – eroghiamo 40 mila prestazioni ambulatoriali», quello oculistico risulta così tra i servizi che più producono di più in termini di volumi in ospedale per attività clinica. Dal 2008 a oggi, poi, il professor Lanzetta con l’aiuto degli specializzandi una volta all’anno organizza missioni di volontariato in un ospedale dell’Alto Volta in Ghana dove l’équipe sottopone decine di pazienti a vere operazioni salvavista. —



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