Ricerca e sicurezza cibernetica: siglato l’accordo tra il ministero dell’Interno e l’Università di Udine

La cerimonia a Palazzo Antonini Maseri nella mattina del 15 settembre. Presenti il capo della polizia Vittorio Pisani e il rettore Roberto Pinton

La stretta di mano tra il capo della polizia Vittorio Pisani (a sinistra), e il rettore dell'Università di Udine Roberto Pinton
La stretta di mano tra il capo della polizia Vittorio Pisani (a sinistra), e il rettore dell'Università di Udine Roberto Pinton

Formazione e ricerca scientifica applicate alla sicurezza cibernetica e alla protezione dei dati. Sono le direttrici su cui si fonda la collaborazione tra il dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e l’Università di Udine sancita lunedì 15 settembre, da un protocollo d’intesa. A firmarlo il Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani e il rettore dell’Ateneo friulano, Roberto Pinton.
La cerimonia si è svolta nel Salone d’onore di Palazzo Antonini Maseri, sede del rettorato. Erano presenti, fra gli altri: il questore di Udine, Pasquale Antonio de Lorenzo, e il prefetto di Udine, Domenico Lione; l’assessore alle autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza e immigrazione della Regione Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti; l’assessora alla sicurezza partecipata e alla polizia locale del Comune di Udine, Rosi Toffano.

Protocollo d'Intesa ministero dell'Interno-Università di Udine, ecco i dettagli dell'accordo

Focus del protocollo sono i temi della sicurezza cibernetica e della consapevolezza sui temi della protezione dei dati. Da un lato, i ricercatori dell’Università hanno l’opportunità di avere una “finestra” sempre aggiornata sui nuovi tipi di attacchi cibernetici. Dall’altra possono, nel contempo, fornire strumenti innovativi alle Forze dell’ordine chiamate a contrastare una criminalità sempre più pronta a sfruttare le opportunità del digitale.

Sul piano della formazione, all’Università di Udine il compito di progettare percorsi didattici avanzati e corsi di aggiornamento dedicati agli operatori delle Forze dell’ordine. In particolare, con moduli specifici dedicati a: analisi delle minacce digitali, tecniche di Machine/Deep Learning per rilevazione di comportamenti anomali in reti dati complesse, uso consapevole dell’intelligenza artificiale, protezione dei dati e prevenzione dei reati online. Allo stesso tempo, gli studenti dell’Ateneo friulano, soprattutto quelli dei master avanzati, potranno beneficiare di seminari e workshop con esperti della Polizia di Stato e di altri corpi specializzati, così da coniugare la teoria accademica con l’esperienza operativa sul campo.

Per quanto riguarda la ricerca, il partenariato intende favorire lo sviluppo di progetti congiunti su temi strategici quali: il monitoraggio delle infrastrutture critiche, l’analisi dei big data a fini investigativi, la creazione di strumenti di rilevamento automatico delle minacce e la simulazione di scenari di attacco cibernetico. In questo modo, i risultati della ricerca universitaria potranno trovare applicazione concreta nelle attività di prevenzione e contrasto della criminalità.

Mentre le Forze dell’ordine potranno contribuire con la loro esperienza a orientare la ricerca verso le esigenze reali di sicurezza del Paese. Una sinergia di questo tipo non solo accresce le competenze tecniche e operative degli operatori, ma contribuisce anche a creare una cultura diffusa della sicurezza digitale, indispensabile per proteggere cittadini, imprese e istituzioni.

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