Ricatto a luci rosse: paga o parlo

di Alessandra Ceschia
PORCIA
La prima volta si sono incontrati in un cinema a luci rosse, nota meta per coppie dedite allo scambismo, a Lugugnana di Portogruaro. Lei, un’avvenente 54enne di Codroipo, lui un quarantenne di Porcia, sposato, in vena di avventure extraconiugali. Una storia di sesso, consumata in fretta nell’estate 2008. A quel primo incontro ne è seguito un altro, a Codroipo, al quale la donna si sarebbe presentata in compagnia di un terzo uomo. Sin qui una storia dai contorni un po’ scabrosi, senza troppe complicazioni. Quelle sono arrivate in seguito, scandite da minacce e richieste di denaro, e sono approdate, ieri, dinanzi al Gup di Udine Roberto Venditti nel corso di un’udienza in cui la pubblica accusa era rappresentata dal sostituto procuratore Lucia Terzariol e la difesa della donna dall’avvocato Pietro Tonchia. Una vicenda in merito alla quale il giudice si pronuncerà il 13 giugno.
Su di lei pesa l’accusa di estorsione. Dopo quei due incontri di sesso, infatti, al marito infedele sarebbero arrivate richieste di denaro accompagnate da minacce. Secondo l’ipotesi accusatoria, la donna lo avrebbe ricontattato sostenendo di avere appreso che dopo la loro breve “relazione” lui aveva preso a diffamarla, così lo aveva minacciato di raccontare alla moglie dei loro incontri a luci rosse se non avesse smesso. Poi sono arrivate le richieste di denaro, ad avanzarle per conto di “Paola” – questo il nome fittizio con cui la donna si presentava – è stato Ewis Urban, 33enne di Palazzolo, che, nell’udienza del 23 febbraio scorso, ha patteggiato una pena di un anno, 7 mesi e 15 giorni di reclusione e 300 euro di multa. Sarebbe stato lui, infatti, a fungere da tramite, formulando la richiesta di denaro con una telefonata. «Paola ha una buona memoria e da una targa si può risalire a tutto», avrebbe detto all’uomo intimandogli di presentarsi al casello di Ronchis con 600 euro in contanti. Una richiesta che, nella successiva telefonata effettuata dalla donna, era raddoppiata. Così, a una prima consegna di 1.200 euro, ne era seguita una seconda di 800 euro che Urban avrebbe incassato. Una cifra in cambio della quale la donna si impegnava a sparire. Ma non è andata secondo i piani, tant’è che lei si sarebbe rifatta viva con altre richieste: garantire per lei un mutuo di 5 mila euro o consegnarle altri 8 mila euro.
È a quel punto che l’uomo, vittima del ricatto, che ieri era assistito dal legale Gianluca Liut, si è rivolto alle forze dell’ordine per denunciare il fatto. Il giudice si è riservato di pronunciarsi nel corso della prossima udienza, intanto la pubblica accusa, rappresentata dalla dottoressa Terzariol, ha chiesto una pena a 2 anni e 6 mesi di reclusione e 400 euro di multa, alla quale il difensore Tonchia ha opposto la richiesta di assoluzione per non avere commesso il fatto.
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