«Ricattato in chat, la Madonna mi ha salvato»

PORDENONE. Ricattato su internet, al culmine di un periodo di crisi personale, ha commesso la “pazzia” più importante della sua via. Si è affidato alla Madonna, ha incontrato la preghiera e oggi è un ragazzo nuovo.
È la storia di Mattia, 23 anni, una delle anime del Cenacolo di preghiera Ggm, studente di Scienze religiose, musicista e attore nel gruppo.
«Due anni fa – racconta – ero nel buio più totale, non sapevo cosa fare da grande: erano mesi che non trovavo più lavoro e così ho cominciato a frequentare, per noia, siti erotici. Ho iniziato per curiosità, ma di lì a poco ho finito con il chiudermi in camera tutto il giorno con il mio iPad, isolato dal resto del mondo. A nulla servivano le parole dei miei genitori: non le ascoltavo».
Finché un suo video in una chat con una donna straniera non è stato registrato a sua insaputa e quell’unica volta è diventato il suo incubo. A quel punto quella donna l’ha minacciato di renderlo pubblico sui social e l’ha ricattato, chiedendogli continuamente denaro.
«In due settimane – racconta Mattia – sono arrivato a darle mille euro. Ero solo, non volevo dirlo ai miei per non preoccuparli ulteriormente; gli amici mi ascoltavano ma non potevano fare niente. Avevo fatto una sciocchezza, stupidamente, ed ero nel panico, non sapevo come uscirne. Ci sono stati attimi in cui ho avuto anche brutti pensieri».
Dalla polizia postale si è sentito rispondere che non potevano risalire alla persona che lo ricattava, poiché risiedeva all’estero. Disperato, pensando di non avere più niente da perdere, Mattia ha fatto quella che lui chiama la «pazzia».
«Avevo 21 anni, come tanti miei coetanei, non avevo mai frequentato la parrocchia, né mi ero interrogato sulla fede. Ma, toccato il fondo, sono entrato in chiesa a Pescincanna: in ginocchio ai piedi della statua della Madonna, piangendo, le ho chiesto. Per la prima volta l’Ave Maria mi è rimbombata dentro a ogni parola, mi sono sentito protetto e quel ricatto d’un tratto non mi ha fatto più paura».
Quindi ha cercato il parroco. «Ricordati – mi ha detto don Lelio Grappasonno – che quando ti affidi alla Madonna, lei sa sempre come farsi sentire».
Mattia pochi giorni dopo era a Medjugorje. «Là ho scoperto, con mia grande meraviglia che pregare per i nostri nemici con cuore e compassione trasforma le cose. È difficile spiegarlo, ma io ne sono un testimone. Quella donna ha smesso di cercarmi e due settimane dopo sul mio conto ho ricevuto un bonifico di mille euro. È solo una delle tante grazie che ho ricevuto da quel giorno in chiesa».
Da Medjugorje al Cenacolo il passo è stato breve. «Essere cristiani è bello e non significa essere perfetti, ma imparare, aiutandosi l’un l’altro, a avere sempre più fiducia nell’amore di Dio. Ero un giovane disorientato, oggi anche grazie al Cenacolo che mi dà l’occasione di verificare la mia fede studio per diventare un discepolo laico di Cristo e restituire ai miei coetanei la forza e la speranza che la preghiera regala ogni giorno a me».(mi.bi.)
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