Riapertura del Grauzariail rifugio sotto la Sfinge

di LUCIANO SANTIN

Un rifugio appena appena “maturo” (data agli anni ’60), ma tanto rinnovato da parer nuovo, per uno dei luoghi più cari agli alpinisti friulani. Il Grauzaria, collocato a quota 1.250, nella radura di una fitta faggeta che introduce al sovrastante mondo di ghiaie e rocce, e che prende il nome da quella Creta che aveva «sempre dato gioia» a Julius Kugy. Questi lega al gruppo, (da lui abbastanza frequentato, perché vicino alla ferrovia), il suo più luminoso ricordo delle Carniche. «Come lo tengo nel cuore! Io guardo e sto in ascolto. La Creta Grauzaria e il Monte Sernio levano le rocce bianche nell’azzurro del cielo. Le acque carniche scrosciano, le valli salutano verdi. Le stelle alpine sbocciano sui pendii e nell’anima mi risuonano, ampie e solenni, le campane di Paularo».


Dopo un lungo periodo in cui è stato privo di conduzione, e dopo notevoli lavori di miglioria (un raddoppio della cubatura, la costruzione della teleferica per i rifornimenti, pannelli fotovoltaici) il manufatto di proprietà della sezione di Moggio riapre i battenti, affidato alle cure di Dario Masarotti e Antonietta Spizzo (gestori dall’84 all’89, e di recente balzati agli onori delle cronache per un trekking equestre Friuli-Mosca), nonché di Cinzia Codeluppi e Marco Vecil (successori di Dario e Antonietta per due anni, sino alla chiusura).


Pur allungato un bel po’ verso Ovest (ovvero sul retro dell’ingresso, in direzione della montagna), il Grauzaria rimane una struttura abbastanza piccola e gemütlich. Al pianterreno ha una nuova sala da una trentina di posti/tavolo (più alcuni altri nella parte vecchia, dov’è ubicata anche la cucina), e i servizi per gli ospiti. Al piano superiore, l’alloggio del gestore, un camerone da una quindicina di posti letto più un altro vano con sei posti.


Per arrivarci, basta un’ora e un quarto, un’ora e mezza di salita da Case Nanghez, località a quota 715, raggiungibile in auto per una deviazione che si stacca provinciale di Val Aupa, da dove parte il sentiero Cai 437.


Al rifugio, due targhe ricordano Dionisio Feruglio (che «svelò gli ultimi segreti della Grauzaria»), e la medaglia d’oro Umberto Tinivella; più alta vigila il profilo affilato e severo della Sfinge, a fianco della quale risale il canalone che conduce al Portonat, accesso alla normale della Creta.


Oltre che per la cima omonima, il Grauzaria è un buon punto d’appoggio per altri itinerari, in ambienti di suggestiva wilderness, quali la zona del Sernio, la val Glagnò, la Cengle dal Bec, e il recente sentiero alpinistico intitolato a Pietro Nobile, socio della sezione del Cai di Moggio, recentemente scomparso.


Questo percorso collega il gruppo della Creta Grauzaria al Sernio; attraverso le creste della Cima dei Gjai e della Cima del Lavinale. Non attrezzato, ma solo ben segnalato da bolli rossi, presenta difficoltà di primo grado e alcuni passaggi di secondo. È consigliabile effettuarlo dal Portonat verso Nuviernulis, in quanto in questa direzione il passaggio più impegnativo è posto quasi all’inizio e consente agli escursionisti una valutazione delle difficoltà della via.


Per contattare il rifugio Grauzaria il telefono è: 331 8598861.

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