Revoca delle autorizzazioni Il Tar dà torto al Silicanum

Secondo i giudici il Comune agì correttamente, poi arrivarono i sigilli del tribunale I titolari della struttura di via degli Scogli condannati a pagare 3 mila euro di spese 
Bumbaca Gorizia 08_09_2020 Agriturismo Silicanum © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08_09_2020 Agriturismo Silicanum © Foto Pierluigi Bumbaca



Sul Caso del Silicanum il Comune di Gorizia ha agito correttamente. A sostenerlo è il Tar del Friuli Venezia Giulia che ha respinto il ricorso proposto dall’azienda agricola di Montesanto. Nell’azione giudiziaria veniva chiesta la sospensione del provvedimento con il quale l’amministrazione Ziberna aveva disposto la decadenza immediata delle autorizzazioni legate alle attività di agriturismo e di somministrazione di cibo e bevande.

Le autorizzazioni erano state rilasciate nel 2009 (rispettivamente, ad agosto e novembre), ma in seguito alle indagini avviate dai carabinieri del Nas di Udine per fare chiarezza sull’attività della struttura di via degli Scogli 53, il 12 agosto scorso il Comune le aveva revocate. Il 25 agosto i Nas avevano poi posto sotto sequestro il Silicanum su ordine del gip del Tribunale di Gorizia. A questo era seguita l’immediata chiusura dell’attività oltre al trasferimento degli anziani ospiti in altre strutture, fra cui la casa di riposo Angelo Culot di Lucinico. Ma questo provvedimento riguarda il filone penale della vicenda, non quello amministrativo.

Secondo gli accertamenti dell’Arma, nel tempo, la struttura (originariamente di tipo agrituristico) è stata convertita in residenza per anziani, con illegittima erogazione di prestazioni di natura infermieristica e sociosanitaria. Tra le altre cose contestate, è venuto a mancare l’aspetto della coltivazione del fondo, risultando prevalente - in termini di volumi d’affari e tempo-lavoro dedicato - l’attività di residenza per anziani. Nonostante l’agriturismo fosse autorizzato ad operare per 210 giorni all’anno, c’erano ospiti che lì avevano trasferito la loro residenza. Non ha poi aiutato i titolari il fatto che i pasti venissero serviti dall’esterno e non confezionati con la materia prima aziendale. Alla luce delle difformità emerse, il Comune di Gorizia, difeso dall’avvocato Stefano Piccoli, aveva deciso di agire ritirando le autorizzazioni. E ora l’ordinanza del Tar firmata dal presidente Oria Settesoldi (con Lorenzo Stevenato, consigliere, e Luca Emanuele Ricci, estensore) non solo conferma la correttezza dell’azione dell’ente, condanna anche l’azienda agricola al pagamento di 3 mila euro per le spese.

«Non entro nel merito della vicenda, ma risulta che il comportamento amministrativo tenuto dal Comune dè stato corretto», si limita a dire l’assessore Dario Obizzi. Sul fronte opposto, l’avvocato Lorenzo Presot, legale della famiglia Podversic, osserva: «Ci riserviamo di fare valere le nostre ragioni nella fase del merito. È comunque chiaro che poi, con il sequestro della struttura, l’esigenza di annullamento era venuta meno».

Il prossimo capitolo giudiziario è in programma giovedì davanti al riesame.—

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