Restaurato un affresco di Pierino Sam

AZZANO DECIMO. E’ stato realizzato un restauro dell’affresco dell’artista Pierino Sam situato alla parete nord della sala Enal di Tiezzo. Il lavoro è stato eseguito da Giancarlo Magri con il contributo del Comune di Azzano Decimo e di Daniele Bin, oltre che della Banca di Credito Cooperativo Pordenonese e della famiglia Beni. La produzione di Pierino Sam, nato a Tiezzo nel 1921 e venuto a mancare nel 2010, si è concentrata in particolare su monumenti in bronzo, pannelli in rame sbalzato, ritratti scolpiti di persone insigni, opere sacre nelle chiese, meridiane affrescate, bronzi e altre belle ed eleganti esecuzioni visibili anche nelle piazze e sale del comune di Azzano Decimo, presso privati, come pure al teatro Verdi del capoluogo.
Gli affreschi eseguiti da Sam nel 1996, visibili alle pareti esterne nord ed ovest della sala convegni di Tiezzo, esprimono tutti le caratteristiche della sede e del paese stesso: la musica, la danza, e le maschere. A ricordo della speciale tradizione bandistica e musicale del paese il suonatore di flauto aulo è stato rappresentato dall’autore stesso, oltre che nell’affresco appena restaurato, anche con un monumento in bronzo da lui eseguito, inaugurato nel 2003 e posto sulla fontana della piazza Garibaldi ed è il logo della attuale banda di Tiezzo. La melodia figurata dei due suonatori è rivolta verso l’ampio sagrato e l’ingresso della chiesa, il luogo dove ogni anno si celebra la festa della Madonna della Salute il 22 Novembre e anche la rassegna bandistica estiva. A sostegno dei giovani suonatori le due opere di Sam perpetuano e mantengono viva la memoria di un’attività educativa di grande valore .
Tra gli affreschi ad ovest della sala Enal è visibile la cornucopia, a ricordo e ad auspicio delle produzioni agricole nei terreni fertili circostanti. Alla parete sud della sala stessa Sam affrescò anche i reperti archeologici romani, un’ indelebile rimembranza dei numerosi laterizi antichi rinvenuti a Tiezzo da lui e dai collaboratori; nel corso delle loro ricerche, permesse dalla sovrintendenza; essi hanno raccolto i molti oggetti fittili che ora si trovano al Museo Archeologico del Castello di Torre di Pordenone.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto