Regole più severe per aprire un locale Un “giapponese” il primo autorizzato

È arrivato il momento di applicare concretamente il regolamento risalente a un anno fa che disciplina, nel centro città, i criteri per l’apertura degli esercizi di somministrazione alimenti e bevande: è stata sottoposta alla giunta municipale la richiesta di insediamento di un pubblico esercizio in via Dante 12, laddove era precedentemente insediata una banca. Realizzare un’attività di somministrazione ex novo dove prima non c’era concerne il rispetto del regolamento e l’analisi da parte della giunta. «Con il regolamento – ha spiegato l’assessore al commercio Emanuele Loperfido – abbiamo cercato di limitare il proliferare dei bar e dei pubblici esercizi in centro. Per fare ciò abbiamo adoperato gli strumenti normativi che riguardano qualità e tradizione dell’offerta». I criteri per l’autorizzazione dell’apertura di pubblici esercizi in centro concernono la continuità, quindi la prosecuzione di un’attività di somministrazione già esistente, oppure, per un’attività ex novo, il rispetto del regolamento che disciplina sia l’aspetto architettonico del locale (dall’accesso per i disabili alla valutazione d’impatto acustico) sia la qualità dell’offerta, con prodotti legati al territorio.
«Quando le nuove attività commerciali non rispettano pienamente il regolamento presentano il progetto di riqualificazione alla giunta – ha sottolineato Loperfido –. E la giunta ha facoltà di dare l’autorizzazione o meno, proprio come succedeva una volta. In questo modo l’obiettivo è di arrivare a un costante miglioramento dell’offerta commerciale, sia in termini di proposta di prodotti sia dal punto di vista strutturale-architettonico. Oltre a evitare il fenomeno della proliferazione di bar».
Nel caso specifico, la giunta ha autorizzato l’investimento e il progetto presentati dalla ditta Marilena Neretti al fine dell’apertura di un ristorante giapponese in viale Dante 12, dove precedentemente era presente un istituto di credito. Come viene ricordato nella delibera di giunta, le condizioni di rilascio delle licenze per nuovi pubblici esercizi riguardano, tra le altre, la verifica della sussistenza di una superficie minima, del rispetto della normativa in materia di impatto acustico, dell’installazione di impianto di videosorveglianza. Una delle condizioni da rispettare è che venga realizzato un intervento di riqualificazione edilizia e sugli arredi dei locali. L’esecutivo a guida Ciriani ha acconsentito all’autorizzazione della licenza alla luce di un investimento consistente, come si evince dalla relazione tecnica presentata a corredo della richiesta, di 151 mila euro. Anche se quello che sarà aperto sarà un pubblico esercizio dall’ispirazione esotica, ciò non sfugge all’obbligatorietà della presenza di prodotti legati al territorio. Ciò può avvenire, per esempio, con etichette di vini della zona o altri prodotti gastronomici a chilometro zero. «L’obiettivo è di indirizzare i ristoratori ed esercenti verso la qualità commerciale e architettonica, tutelando anche l’esistente», ha concluso Loperfido. —
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