Regole, costi e procedure su fine vita e biotestamento



Trattare il tema del fine vita sotto il profilo etico-psicologico e sotto quello giuridico attraverso la voce di professionisti. È l’obiettivo dell’incontro “Fine vita e testamento biologico: per capire insieme problemi e soluzioni”, che si terrà venerdì alle 20.30 in sala Caduti di Nassiriya, a Villa Ermacora in via Delser a Martignacco.

L’appuntamento, che sarà moderato dal vicedirettore del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini, sarà diviso in due parti. Nella prima – che coinvolgerà Amato De Monte, direttore del dipartimento di Anestesia e rianimazione dell’ospedale di Udine, e Roberto Urizzi, psichiatra – si parlerà di fine vita attraverso le questioni etiche, religiose e filosofiche a esso legate (quindi anche il rapporto dell’uomo con la morte) e poi, nello specifico, si discuterà dell’approccio psicologico del malato e delle persone vicine al percorso di fine vita. Nella seconda parte, quella giuridica, interverranno Oliviero Drigani, magistrato, presidente della Corte d’appello di Trieste, e Matteo Mattioni, notaio, che tratteggeranno i profili giuridici e sistematici della legge 219/2017 su “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”. Si parla, cioè, di quelle dichiarazioni che la persona, in previsione della eventuale futura incapacità di manifestare la propria volontà, può esprimere sull’accettazione o il rifiuto di determinati accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche e singoli trattamenti sanitari. «La legge, che stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, sarà spiegata nel dettaglio – spiega Mattioni –. Diremo cosa c’era prima della normativa, quali erano gli strumenti che esistevano in passato e come si è arrivati alle novità e alle alternative di oggi». Il notaio dirà come si fanno le disposizioni anticipate di trattamento e quanto costano. «Nella pratica nessuno conosce esattamente il significato delle Dat e sono pochissimi i Comuni che hanno istituito il registro delle disposizioni anticipate di trattamento – ammette Mattioni –. Perché il tema del fine vita è connotato ideologicamente per colpa della politica e quindi si è preferito non parlarne: in realtà queste disposizioni non sono un obbligo, rappresentano semplicemente una possibilità in più per il cittadino ora per allora». Nella serata sarà richiamata anche la decisione della Corte costituzionale nel processo a Marco Cappato per la vicenda della morte assistita di Dj Fabo «per analizzare il profilo dell’autodeterminazione della persona nei riguardi del fine vita». —

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