Regole anti-Covid, parola all'esperto: «Bene mascherine e distanziamento ma lavare le mani è più efficace»

È la fluidodinamica che spiega il potere della vera arma per la prevenzione. Una delle vie principali del contagio sono i droplet che si depositano 

UDINE. Bene la mascherina, così come il distanziamento sociale. Ma ciò che può davvero fare la differenza per interrompere la trasmissione del Covid-19, è la pulizia delle mani e delle superfici.

La pulizia. È la conclusione a cui è giunto Alfredo Soldati, professore di fluidodinamica delle università di Udine e Vienna. «Non è così semplice aspirare con le vie respiratorie le goccioline fuoriuscite dalla bocca di un individuo, la fluidodinamica non è una scienza reversibile – afferma Soldati, ospite qualche giorno fa del Cism, il Centro internazionale di scienze meccaniche di Udine – è più probabile che il contagio avvenga dopo il contatto con queste goccioline finite sulle superfici: ecco perché è fondamentale igienizzarsi continuamente le mani». Soldati prova a spiegare ciò che accade quando starnutiamo, tossiamo o semplicemente parliamo. «Le goccioline, mentre viaggiano orizzontalmente, tendono a cadere (quelle grandi e più pesanti) e a diventare più piccole a causa dell’evaporazione».

Quando una persona starnutisce emette circa un milione di gocce, che scendono a quota 100 mila quando parla. «Una goccia di diametro di 10 micron (un 100esimo di millimetro) impiega circa 12 minuti a cadere a terra, e quindi a scendere rapidamente sono solo le gocce grandi – evidenzia il professore di fluidodinamica –. A evaporare sono invece tutte le altre gocce, e non per effetto della temperatura ma per diffusione (lo stesso meccanismo che asciuga i panni stesi).

Pertanto, se l’aria è umida, le gocce necessitano di un tempo più lungo per diminuire di diametro. Il contrario se l’aria è più secca. La distanza di 1 metro tra due persone – continua – sembra quindi una distanza ragionevole di sicurezza, al raggiungimento della quale le gocce sono o cadute oppure evaporate. Ma le gocce evaporano davvero tutte fino in fondo?».

PER APPROFONDIRE:

Piccole e pericolose. Soldati introduce il tema di un recente studio sviluppato insieme ad altri ricercatori italiani e internazionali: «Immaginiamo che una goccia di diametro iniziale pari a un decimo di millimetro (100 micron) contenga solo un millesimo di materiale non volatile (che non può evaporare). Questo può essere materiale contenuto nella saliva, come proteine e anche lo stesso virus (anch’esso una proteina).

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Un millesimo sembra molto piccolo, ma la goccia finale avrà in questo caso un diametro che non potrà diventare minore di un decimo del diametro della goccia iniziale (quindi 10 micron). La goccia si trasformerà in materiale solido, contenente tracce di umidità, che rimarrà sospeso molto a lungo nell’aria e poi si depositerà su qualunque superficie». Da qui la necessità di igienizzare spesso non solo le mani ma anche le superfici.

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Health staff prepare to carry out rapid swabs for the COVID-19 coronavirus at the Vian high school in Anguillara, near Rome, Italy, 24 September 2020. ANSA/MASSIMO PERCOSSI


La ricerca. «La nostra ambizione sarebbe quella di continuare a lavorare in questo settore, a cui, nel recente passato, ci si è dedicati molto poco – chiude Soldati –. Servirebbero simulazioni eseguite con macchinari molto sofisticati, che richiederebbero risorse ingenti». Risorse che, per ora, la comunità scientifica non ha a sua disposizione, dovendosi accontentare di fare ricerca con fondi piuttosto risicati, limitandosi ai modelli più che alle prove pratiche.

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