Raggiunto l’accordo per la scuola di canoa nell’area della Burida

Porcia, la convenzione permette il recupero dell’ex Remiera Il sindaco: «Mettiamo la Libertas in condizione di operare»
Di Miroslava Pasquali

PORCIA. È vicino l’accordo tra il Comune e il proprietario dell’area abbandonata dall’ex Associazione remiera di Pordenone, nei pressi del lago della Burida. Le parti sono al lavoro per la stipula di una convenzione, il cui testo è in fase di stesura, che renderà di fatto riutilizzabile l’area stessa, dove potrà essere sistemato il prefabbricato adibito a spogliatoio e deposito imbarcazioni della Scuola nazionale Libertas di canoa. Una notizia attesa da tempo dal gruppo sportivo, che potrà finalmente usufruire di uno spazio più consono alla propria attività, che contempla, oltre all’agonismo, progetti inerenti la salute dei disabili e delle donne operate di cancro. «Siamo vicini alla soluzione della vicenda – assicura il sindaco Giuseppe Gaiarin –. Una volta acquisita la zona si tratterà di sistemarla e traslocare la struttura esistente per mettere la Libertas nelle condizioni migliori di svolgere la propria attività».

Uno spiraglio di luce, dunque, all’interno di una complessa vicenda che affonda le sue radici nei primi anni Duemila. Ad allora risale il progetto di riqualificare lo specchio d’acqua a cavallo tra Porcia e Pordenone con la costruzione di un ricovero per barche. Nel 2005 era stato siglato un protocollo d’intesa – mai reso operativo – tra la Provincia, la società Fri-el hydro spa, i Comuni di Pordenone e Porcia, l’Associazione remiera, i Rotary club Pordenone e Alto Livenza. I piani per il rilancio dell’area si erano via via ridimensionati, sino ad arenarsi dopo la morte (nel 2012) del legale rappresentante dell’Associazione remiera, risultata poi inattiva. Eppure, la Provincia aveva scucito 44 mila 800 euro per rimettere a nuovo la zona: soldi in parte utilizzati per opere preliminari (e non rendicontate) alla costruzione del ricovero. Lo stato delle cose aveva spinto la stessa Provincia, nel 2013, a chiamarsi fuori dall’iniziativa e deliberare il recesso dal protocollo d’intesa. Gli incartamenti erano poi stati inviati alla Procura della Corte dei conti per capire se vi fossero gli estremi per un danno erariale. Di quell’ambizioso progetto è rimasto ben poco, ma senza la convenzione tra Comune e privato la zona non potrebbe essere utilizzata dalla subentrata Libertas canottaggio.

Sempre vicino al lago Burida esiste un’altra area privata, di proprietà della fallita Domus immobiliare, che versa – come segnalato dai consiglieri di Forza Italia – in stato di abbandono. Per convenzione, tale area sarebbe dovuta essere ceduta al Comune per diventare verde pubblico: il “crac” dell’azienda ha interrotto il processo di acquisizione, e rende impossibile allo stato attuale per l’ente locale di intervenire per la bonifica di uno spazio che potrebbe essere fruito dai visitatori della Burida. L’amministrazione, recependo una proposta di Forza Italia, si è impegnata a prendere contatti con il curatore fallimentare per acquisire l’area e poter quindi procedere alla pulizia della stessa per poterla mettere a disposizione della collettività.

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