Quell’enorme ossario sotto il duomo

GEMONA. Si scopre l’ossario del duomo di Gemona, dove, stando ai risultati degli ultimi studi storici effettuati, sono state sepolte fino a 16 mila persone. L’ossario e i vani ipogei del duomo saranno inaugurati ufficialmente sabato 28. La struttura è stata, frattanto, organizzata con gli appositi vani e la sistemazione di centinaia di ossa ritrovate nel corso degli scavi condotti dai volontari dell’associazione Valentino Osterman coordinata dalla Soprintendenza ad archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia con il coinvolgimento dell’Università del Friuli.
Sono passati ben otto anni da quando si iniziò a scavare nel sacello dei santi Michele e Giovanni Battista, dove fu scoperta un’antica torre, probabilmente appartenuta all’edificio precedente all’attuale duomo, una struttura che fu realizzata intorno al XII secolo. Da allora si è scavato per circa cinque metri di profondità e, nel corso di quelle ricerche, sono emerse moltissime tracce del passato: resti di monetine, ceramiche, rosari e materiale religioso, ma anche anelli, orecchini e, soprattutto, tantissime ossa umane.
È noto, infatti, che prima dell’editto emanato da Napoleone a inizio del 1800 – attraverso il quale fu impedita definitivamente la pratica un tempo diffusa – i corpi dei morti venivano tumulati accanto alle strutture religiose anche vicino alle abitazioni. Così accadde anche per il duomo di Gemona: secondo gli antropologi dell’Università di Udine che hanno studiato le ossa ritrovate individuando con le loro analisi le tipologie e le fattezze dei precursori dei gemonesi, nell’ossario del duomo sono state sepolte fra le 6 e le 16 mila persone nel corso dei secoli.
Ora, anche questa parte della storia gemonese è stata riscoperta, molti reperti sono esposti nella stessa ex canonica con ampie spiegazioni e soprattutto il sacello è stato ordinato e sistemato con l’esposizione delle ossa e vari ritrovamenti accanto al recupero di una stanza funebre nella quale sono venuti alla luce diversi affreschi raffiguranti San Michele e San Cristoforo. Al sacello si accede dall’esterno e, precisamente, dallo spigolo sud ovest del duomo sopra porta Udine.
L’ossario recuperato sarà presentato nel corso di un incontro ufficiale in programma per sabato 28 alle 10 a palazzo Boton alla presenza del sindaco Paolo Urbani, di monsignor Valentino Costante, Roberto Micheli della Soprintendenza, l’archeologo Davide Casagrande che ha diretto gli scavi, Enzo Forgiarini dell’associazione Osterman, Luciana Travan e Paola Scacchieri dell’Università di Udine, Alberto Antonelli che ha seguito il progetto architettonico, e Mauro Vale del museo della pieve e tesoro del duomo. L’ossario sarà in seguito benedetto domenica 29 dopo la messa delle 10.30 che per l’occasione sarà celebrata dal vescovo emerito Pietro Brollo.
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