Quelle vittime “per caso”, quando gli aerei andavano in avaria

Quasi due mesi prima del bombardamento di Pordenone, una tragedia aveva colpito Sacile. In quel frangente è proprio un rifugio ad essere centrato dalle bombe degli aerei angloamericani il 5 novembre...

Quasi due mesi prima del bombardamento di Pordenone, una tragedia aveva colpito Sacile. In quel frangente è proprio un rifugio ad essere centrato dalle bombe degli aerei angloamericani il 5 novembre 1944, bombe destinate al ponte ferroviario sul Livenza, rimasto intatto. «Era stato colpito – scrive Egidio Zoratti nel suo diario “Io ancora vivo” – il rifugio che mio cognato Luigi Balliana aveva fatto costruire nei pressi della sua villa e di quella adiacente di suo fratello Augusto. (…) Il rifugio fu centrato in pieno e al suo posto rimase una voragine con i corpi dilaniati di sedici persone delle due famiglie, di amici e conoscenti». Sei erano di bambini. Sempre lungo la linea ferroviaria non ha sorte migliore Casarsa. Viene colpito il centro in modo devastante il 4 marzo 1945. I bombardamenti si ripetono anche nei due giorni successivi. Alla fine si contano 27 morti, 4 sono bambini. I rifugi antiaerei a volte sono improvvisati, fossi coperti da tavole, e la gente se può scappa fuori da Casarsa. La morte poteva arrivare anche per caso: quando un bombardiere alleato andava in avaria sganciava il suo carico di bombe in aperta campagna centrando a volte le case dei contadini. Succede a Barco il 23 settembre 1944: 14 morti. Un episodio analogo accade a Morsano: nove vittime, quattro sono bambini.

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