Quell’avamposto di libertà Tutti al cinema Giardino per vedere i film “proibiti”

I capolavori del cinema italiano erano sconsigliati, i giudizi affissi in duomo E così la sala era sempre piena, tra gli spettatori anche abusivi non paganti 

la storia

sigfrido cescut

La vita è un film dai fotogrammi pieni di ricordi. Già negli anni ’30, dopo la comparsa del sonoro, gli avianesi andavano al cinema Radium che, nel dopoguerra sarebbe diventato il Giardino.

La famiglia Sartori di Borgorico aveva ombreggiato il proscenio della sala con una pergola di vite e glicine. Stava arrivando il boom economico, e Aviano contava due cinema. Il Marconi, all’asilo infantile, vicino piazza Milana, gestito dalla parrocchia si sarebbe trasferito, con l’asilo, nel modero oratorio in via Pordenone. Si proiettavano film per ragazzi e pellicole del’epoca de telefoni bianchi.

La sala dove si poteva anche “peccare” era quella del Giardino. Una sapiente conduzione di Mario Sartori di Borgorico – che sarà anche sindaco di Sacile e fondatore dell’Ediltur in Piancavallo – aveva fatto esplodere le presenze già dalla fine degli anni ’50, tanto da dover programmare, di domenica, i “matinée” dagli orari che coincidevano con le messe. La platea, perennemente avvolta in una nuvola di fumo, aveva le panche nere sotto il grande schermo, dove il biglietto costava meno, e quelle beige, a prezzo intero, nel resto della sala.

Il Giardino, per i giovani era un posto di libertà. Con i cinefili, lo frequentavano per fumare e tentare un approccio con le ragazze. Con decisione che si può definire “controproducente”, sulle porte del duomo venivano affissi i giudizi sui film del Giardino. Proibita La dolce vita, capolavoro da Oscar e Palma d’Oro di Fellini nel 1960, proibiti film come La noia di Damiani, tratto nel 1963 dall’omonimo romanzo di Moravia e proibitissimo Signore e signori del 1965, capolavoro pluripremiato di Pietro Germi, in parte girato a Polcenigo.

Quei giudizi – “Proibito!” – erano altrettanti viatici per i pienoni del Giardino e se la censura vietava la pellicola ai minori, con una colletta veniva pagato il biglietto a un maggiorenne, incaricato di aprire la porta di emergenza sul retro. Così la visione era gratuita per il gruppetto di turno.

Il Giardino è diventata la sala del cineforum fin dalla fine degli anni ’60, grazie alle passioni cinefile di Paolo Menegoz, anche provetto proiezionista, di Michele Della Puppa e degli attivisti del Circolo cCulturale avianese nato sul vento del ’68. Sarà il Circolo culturale a rilevare il Giardino per la sua ultima stagione (tra il 1980 e il 1984) di proiezioni. Con nostalgia vanno ringraziati i proiezionisti: Oliviero De Zan, Valentino De Piante, Massimo Zanolin, Patrizio Mazzocut e Damiano Rigo.—



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