Quel luogo che fece sognare i ragazzi degli anni Settanta

La mente è quella di un adolescente strappato agli affetti più cari, privato d’un sogno durato tre anni e per sempre svanito. Un sogno che adesso può essere vissuto da altri

CAMPOFORMIDO. La mente è quella di un adolescente strappato agli affetti più cari, privato d’un sogno durato tre anni e per sempre svanito. Un sogno che adesso può essere vissuto da altri, 35 anni dopo. Una storia che può ricominciare, ma che per quell’adolescente rimane impressa come una scomparsa prematura.

Lo Sporting Primavera nel 1977 era questo: un sogno per tutti. Per molti udinesi di varia estrazione: da quelli (i soci) che ci avevano messo la “grana” ai ragazzini e alle ragazzine che, tra nuoto e tennis, cominciavano a cullare sogni di gloria sportiva poi bruscamente interrotti. Non importano gli anni, le gestioni, le persone, le alterne vicende di questi 30-35 anni. Adesso importa sapere che una parte del gioiello è stata ricostruita e riprende a far sognare.

Le piscine dell’ex Sporting riaprono. Sono diverse, molto diverse. Dimezzata quella esterna (che era di 50 metri per 21 e adesso è di 25 per 10, ma a occhio sembra un quarto...), molto simile quella interna, sempre col vaschino didattico. Pazienza, si riparte con meno manie di grandezza e, sicuramente, con più esperienza e piedi per terra. Quel che sarà lo vedremo, di certo il magnifico finale degli anni Settanta rimane un marchio indelebile per chi c’era. Non si poteva più lasciare l’impianto in preda alle bisce, alle zanzare, alle rane, ai vandali che non hanno risparmiato un vetro anche nella “house” del ristorante che separava piscine da campi da tennis.

L’Unione nuoto Friuli chiamata a gestire oggi l’impianto nacque in pratica dal funerale sportivo dello Sporting, nel 1980. L’Associazione udinese nuoto e la Rari nantes Udine (che continuava l’attività nell’allora orribile Palamostre) si unirono appunto nell’Unf, che però non fu più “ammessa” allo Sporting nel frattempo sempre più destinato alla chiusura, arrivata ben presto dopo tentativi di altri non andati a buon fine.

A Villa Primavera, con l’Aun appunto, c’era una squadra agonistica di nuoto che si difendeva a livello regionale e piazzava alcune giovani punte nell’élite nazionale; c’erano una squadra e un vivaio di pallanuoto che stavano crescendo, un bellissimo gruppo di sincronettes che muoveva in fretta le prime gambe di balletto. Un bel giorno, di botto, tutto finì e per fortuna nacque l’Unf dando continuità almeno al nuoto.

Lo Sporting era pace, bellezza, agonismo, mondanità per i più grandi. Era nato – sempre nella mente dell’adolescente – come un club esclusivo d’alto livello. In ogni senso. La piscina, con i suoi lunghi corridoi sotterranei che portavano alla palestra, alla sala macchine, agli oblò per vedere da sott’acqua, era un territorio da esplorare.

Campoformido 6 Luglio 2015inaugurazione piscina @ Petrussi Foto Turco Massimo
Campoformido 6 Luglio 2015inaugurazione piscina @ Petrussi Foto Turco Massimo

Anche il tunnel per accedere nuotando all’esterno era una novità d’élite. In quegli anni, soltanto Gorizia un anno prima poteva contare su una vasca all’avanguardia, con il cosiddetto sfiorabordo pensato per far sì che le onde non tornassero indietro sbattendo, appunto, sui bordi. E poi le luci subacquee per nuotare al buio. Ci si sentiva grandi per questo e dover rituffarsi al Palamostre, in occasione di qualche gara, dava la sensazione di andare indietro nei secoli dei secoli.

Le piscine dello Sporting erano questo e non solo. Tutta Villa Primavera fioriva di ville, case a schiera, scuole, negozi. Poi piano piano, anche con lo stop del tennis e i lucchetti ai cancelli, il sogno svaniva e tutta quella splendida frazione, vero e primo hinterland udinese, lentamente cadeva in un oblìo senza ritorno. Era come se mancasse qualcosa. Una cattedrale nella selva oscura di vegetazione lasciata crescere a coprire tutto. Ma adesso si volta pagina in attesa, si spera, che ugual fortuna possa capitare anche per il tennis.

Sono tante le persone che avrebbero meritato un invito per questo secondo battesimo. Soprattutto quelle che non ci sono più. Tra esse, tre nomi su tutti: Nevio Marini, il presidente dotto e lungimirante; Angelo Errico, il colonnello tuttofare; Bepi De Pità, una specie di istrione capace di tutto, anche di nuotare in apnea due vasche da 50 metri sotto gli occhi affascinati di ragazzini invidiosi.

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