Quei dieci milioni per l’emergenza spariti in extremis

MALBORGHETTO. «Come sempre accade quando c’è da spartirsi qualche finanziamento, ogni Regione colpita da calamità tira la giacchetta al Governo. E così i 50 milioni promessi solo 24 ore prima dalla Protezione civile per il Tarvisiano, diventarono 40 alla fine del Consiglio dei ministri». Ci sono voluti dieci anni per svelare quello che è stato un retroscena mai chiarito e che suscitò l’irritazione dell’allora governatore Riccardo Illy per l’atteggiamento del Governo Berlusconi, ma oggi Gianfranco Moretton, ex assessore nonchè vice presidente della Regione Friuli Venezia Giulia tra il 2003 e il 2008, può raccontare quell’episodio, che lo vide protagonista, con il sorriso sulle labbra.
«Quelli erano i soldi per la prima emergenza - spiega -. Non ci abbattemmo, nè protestammo più di tanto per il “taglio” dei 10 milioni. Perchè alla fine, con i 250 milioni stanziati da Roma e gli altri 150 della Regione, tra mutuo da 130 e 20 di fondi propri, la ricostruzione l’abbiamo fatta a regola d’arte, ripristinando le ferite di un territorio devastato e contribuendo al ristoro dei danni ai privati. E di questo dobbiamo essere soddisfatti e orgogliosi».
Moretton era assessore alla Protezione civile da un paio di mesi, ma l’alluvione del 29 agosto accelerò, giocoforza, i tempi del suo rodaggio. «Nei giorni immediatamente seguenti - dice - vi fu il sopralluogo di Bertolaso e di Spaziante, rispettivamente capo e vice del Dipartimento nazionale di Pc, con i tecnici da Roma. Si resero conto subito della gravità della situazione guardando le case di Ugovizza travolte dal fango, dal limo, dai detriti. Da quel momento per me e per i miei collaboratori cominciarono settimane di lavoro 24 ore su 24, ma credo che con l’aiuto di tutti i risultati li abbiamo ottenuti. Sono soddisfatto soprattutto per quello che è accaduto dopo l’alluvione del 2003: le opere di difesa idrogeologica e spondale hanno retto bene, lo abbiamo sperimentato in un paio di occasioni di violento maltempo, e il livello di rischio, per quelle zone, si è abbassato di molto. E poi i paesi, da Malborghetto a Ugovizza, da Cucco a Camporosso e tutti gli altri sono oggi molto belli, proprio grazie alle opere realizzate. Credo sia stato un esempio di buona ricostruzione mutuata dall’esempio del sisma del 1976. Un grazie sentito va in primo luogo ai sindaci dei paesi colpiti, alla Comunità montana, alla Provincia, ai volontari di Protezione civile e anche ai politici. Tutti remarono dalla stessa parte».
Il pensiero di Moretton va anche al futuro, ai momenti di drammatica scarsità di fondi statali. «Mi auguro che non accada mai più un evento calamitoso come quello che devastò Canal del Ferro e Valcanale - osserva preoccupato l’ex braccio destro di Illy - perchè oggi, vista la crisi economica, sarebbe maledettamente difficile trovare le risorse. Quanto accaduto deve insegnarci l’importanza fondamentale della prevenzione che si realizza con politiche di manutenzione e monitoraggio del territorio».
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