Quali regioni rischiano di diventare arancioni o rosse: in bilico il Veneto, in Alto Adige tutto chiuso

UDINE. Si riunisce oggi la cabina di regia sul Covid, e dall’analisi dei nuovi dati probabilmente già da domani alcune regioni cambieranno colore, passando dalla zona gialla a quella intermedia, arancione. Una decisione che peserà sulla vita quotidiana dei cittadini poiché ogni passaggio comporta l’inasprimento delle misure da rispettare.
Dopo la cabina di regia, sarà il Cts a decidere sulla base di «criteri scientifici oggettivi», che però neanche i tecnici delle Regioni conoscono. Le candidate a entrare nella zona arancione, se non addirittura rossa, sono Campania e Liguria, mentre qualche dubbio si avanza anche su Toscana, Emilia-Romagna, Veneto e Lazio (Tutte le regole per la zona gialla).
Cosa succede a Nordest. La situazione attorno al Friuli Venezia Giulia è critica. Tutto l’Alto Adige è diventato zona rossa. «L’andamento epidemiologico con i numeri in costante crescita e il sempre maggior numero di comuni dichiarati zona rossa lo impongono.
È inutile ormai applicare due provvedimenti diversi», dice all’ANSA il governatore Arno Kompatscher, che nelle prossime ore firmerà l’ordinanza. Spostamenti tra i comuni saranno concessi solo per motivi di lavoro, salute, studio e urgenze inderogabili. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 781 nuovi casi su 2998 tamponi e 4 decessi
In Veneto. Numeri molto alti anche in Veneto che di fatto è già entrato ella fase 4 sul fronte ospedaliero. E ripiomba nella situazione di marzo: tutte le forze sanitarie sono state richiamate per affrontare la fase più difficile dell'emergenza coronavirus.

La Regione ha stabilito che in tutte le Usl e nel privato accreditato verrà sospesa tutta l'attività chirurgica non urgente e tutta la attività specialistica ambulatoriale programmabile. Saranno garantite sono le prestazioni di fascia U (entro le 24 ore) e B (entro 10 giorni).
Verranno rimandati gli interventi non urgenti relativi alla protesica, alla medicina internistica. Resterà salva l'attività di screening.Obiettivo della Regione è far durare questo provvedimento il meno possibile, per evitare - a fine emergenza - di dover recuperare migliaia e migliaia di prestazioni.Vengono garantite, sia come prime visite specialistiche che di controllo, l'attività in ambito materno-infantile, oncologico, malattie rare e non rinviabili per il quadro clinico dei pazienti.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto