Punto nascita, nessuna deroga La Regione decreta la chiusura

GORIZIA. «Per ora non si parla minimamente di deroghe per il Punto nascita di Gorizia. Allo stato attuale la direzione sanitaria centrale della Regione ci chiederà di adeguarci ai criteri dell’accordo Stato-Regioni che prevedono la chiusura dei punti nascita al di sotto dei 500 parti annuali. E Gorizia rientra, come noto, in questa categoria».
Queste le parole del direttore generale dell’Azienda sanitaria isontina, Marco Bertoli, al termine della riunione che si è tenuta ieri pomeriggio a Trieste con il direttore centrale alla salute, all’integrazione socio-sanitaria e alle politiche sociali del Fvg Gianni Cortiula, un vertice che aveva come oggetto proprio il futuro dei punti nascita di Gorizia e Monfalcone, oltre che degli analoghi reparti di Latisana e Tolmezzo, tutti sotto i 500 parti. Cortiula ha comunicato al direttore generale dell’Ass Isontina che nei prossimi giorni la giunta Tondo si riunirà per adottare formalmente l’accordo Stato- Regioni che prevede i nuovi criteri sulla sanità. Una volta fatto proprio il documento si passerà alla fase in cui quei criteri andranno messi in pratica: a quel punto, secondo quanto comunicato ieri da Cortiula, spetterà alla direzione centrale dare le indicazioni operative alle varie aziende sul territorio, che dovranno adeguarsi.
«Le indicazioni della direzione centrale regionale, secondo quanto ci è stato prospettato, ricalcheranno pienamente i criteri dell’accordo Stato-Regioni – ha ribadito Bertoli – a partire dalla soglia dei 500 parti annui al di sotto della quale è prevista la chiusura. Per Tolmezzo, però, sembra possa essere concessa una deroga vista la sua particolare collocazione geografica che ne fa il punto di riferimento per l’intera Carnia. Per quanto riguarda la nostra provincia, in teoria, anche Monfalcone sarebbe a rischio visto che va di pochissimo sotto i 500 parti». Ma è chiaro che diventando l’unico punto nascita della provincia il numero di parti a Monfalcone sarebbe destinato a salire in misura tale da superare la soglia minima. Gorizia, secondo le ultime proiezioni per il 2012, si ferma a un massimo di 324 parti.
«L’ok da parte della giunta Tondo dovrebbe arrivare a inizio giugno» ha aggiunto Bertoli. Vista la netta contrarietà alla chiusura del punto nascita goriziano espressa dal sindaco Romoli (ribadita anche nell’intervista al primo cittadino che pubblichiamo oggi) viene da chiedersi se la questione punto nascita possa mettere in difficoltà i rapporti con il governatore Renzo Tondo ora che la giunta regionale si appresta a dare il via libera ai nuovi criteri.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto