Prove bloccate ormai da dieci mesi: Udine aspetta i nuovi vigili urbani

Scaramucce amministrative hanno impedito la correzione degli scritti. L’iter riparte da dove si era arenato. A breve la nomina dei tre commissari

UDINE. A ragione o torto, non sta a noi dirlo, il presidente della commissione si rifiuta di firmare i verbali e blocca il concorso. Sono passati 10 mesi e la città è ancora in attesa dei sei nuovi vigili urbani.

Vigili, candidata denuncia: concorso con troppe falle
Udine 11-11-2016 concorso vigili. © Petrussi Foto Press

Tutto è iniziato l’11 novembre dello scorso anno quando 682 aspiranti agenti della polizia locale parteciparono alla preselezione: passarono in 60. Tra questi non c’è Lisa Perulli che, 10 mesi dopo, quando la procedura sta per essere riaperta, denuncia presunte irregolarità.

La procedura si era arenata proprio lo scorso novembre quando l’ex comandante della polizia locale, Sergio Bedessi, si rifiutò di firmare i verbali della preselezione e delle due prove scritte. Non lo fece perché, a suo dire, non rappresentavano quanto accaduto.

Seguirono le dimissioni dei due commissari, uno nominato dal Comune l’altro dalla Regione, e tutti i plichi finirono in un cassetto. Compresi gli elaborati scritti che correggerà la nuova commissione. Il direttore dell’Uti Friuli centrale, Giuseppe Manto, sta riaprendo la procedura e tra due settimane si insedieranno i nuovi commissari.

Toccherà a loro raccogliere un’eredità scottante perché, a prescindere delle scaramucce burocratiche sconfinate nella politica, il rischio più grosso è quello dei ricorsi.

Effettuate le opportune verifiche, i dirigenti hanno optato per la riapertura del concorso da dove si era arenato, ovvero dalla correzione degli scritti dei 60 candidati. Nessuno può escludere, però, che qualcuno tra i 622 non ammessi (del gruppo fa parte anche Perulli) possa tentare la via del ricorso.

Lo stesso avrebbero potuto fare i 60 ammessi allo scritto se fossero state annullate tutte le prove. I dirigenti che hanno seguito tutto l’iter escludono, invece, le presunte irregolarità descritte nella lettera da Perulli, soprattutto per quanto riguarda i mancati controlli tra la gente che entrava e usciva dall’aula: «In tutti i concorsi fino all’inizio della prova i candidati possono mangiare e telefonare».

Viene assicurato, infatti, che dall’inizio della prova nessuno ha più utilizzato i telefoni ammessi in aula e che se qualche scritta si intravvedeva sulle buste erano quelle che, all’interno delle stesse, certificavano la non leggibilità del contenuto.

A prescindere da come è andata, il concorso bloccato per ragioni amministrative alimenta la polemica politica. Il capogruppo della Lega, Mario Pittoni, al quale Bedessi ha spiegato le ragioni che l’hanno indotto a bloccare l’iter, chiede di rifare la selezione.

«Trattandosi di un fatto amministrativo, qualunque rilievo va fatto al presidente di allora della commissione», insiste a dire il sindaco, Furio Honsell, secondo il quale «in questi casi la politica ha il dovere di restarne fuori. Spero che quanto prima i nuovi vigili entrino in servizio. Se fossi stato io presidente sarebbero già al lavoro».

Il sindaco si chiede, infine, perché la trentasettenne di Majano, laureata in Giurisprudenza, ha atteso quasi un anno per scrivere la lettera di denuncia?

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