Protesta friulanista con le bandiere

UDINE. Una protesta pacifica, chiassosa con decine di autonomisti - bandiera del Friuli alla mano - fuori dal teatro Giovanni da Udine, nell’attesa del premier Matteo Renzi. L’accordo concordato con la questura prevedeva che dovessero stazionare nell’area antistante il teatro. Alla fine hanno comunque cantano vittoria, sicuri di avere costretto « il premier a entrare e uscire dal Giovanni da Udine - dalla porta di servizio».
Tra i manifestanti diversi rappresentanti dell’arcipelago friulanista, il Comitato per la vita del Friuli rurale e qualche esponente vicino ai Fratelli d’Italia. Per tutti loro si è trattato di una vittoria «non fosse altro perchè - dichiara Simeon de Patrie furlane - né il premier né la presidente Serracchiani hanno mai accennato alla protesta per la difesa delle specialità che interessa anche i partiti regionali. Un silenzio, il loro, che la dice lunga circa l’imbarazzo per le politiche centraliste».
Renzi è stato invece contestato in teatro da una coppia che gli ha gridato “buffone”. Ma l’intemperanza è finita lì.
«Renzi e Serracchiani hanno unito oggi il popolo friulano - è il commento di Mario Anzil, sindaco di Rivignano Teor - che così diventa invincibile. Non ce la faranno a distruggere il Friuli. Renzi ne deve mangiare ancora di brovada per farcela. Sono arrivati i nuovi barbari, Attila e Odoacre, e hanno distrutto quello che restava del Friuli: la sanità, i comuni e la Protezione civile. Non molliamo, siamo uniti e numerosi. Da oggi inizia il riscatto del popolo friulano».
Duro il giudizio del Comitato Friuli rurale che ha diffuso u volantino dal titolo inequivocabile “Prove di fascismo? Giù le mani dal Friuli”. Nel volantino si legge che «dopo avere fatto carne di porco della Costituzione, figlia della Lotta di liberazione, ora ci stanno scippando anche l’Autonomia grazie a una governatrice in carriera che ci è estranea e a una classe politica inetta e corrotta che lascia fare».
«Comunque sia - chiosa Anzil - tante bandiere del Friuli non si erano mai viste. Il risveglio autonomista c’è e si farà sentire sempre di più».
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