Protesta a Majano, il parroco: "Sono immigrato lascio anch’io la canonica"

Lo sfogo di don Emmanuel dopo la polemica sollevata sull’arrivo dei profughi: «La toglierò anche ai bambini del catechismo per darla alla famiglia bisognosa»

La protesta di Majano, lo sfogo di don Emmanuel: "Anche io sono immigrato, vado via"

MAJANO. «Visto che sono un immigrato pure io, posso proporre di lasciare io la canonica di Majano, assieme ai bambini del catechismo e metterla a disposizione della famiglia bisognosa». Così don Emmanuel Runditse irrompe sulla polemica dei richiedenti asilo a Comerzo. Intanto, sabato sera, durante la messa celebrata alle 18 nella chiesa di Comerzo è stato distribuito il ciclostilato settimanale della parrocchia, In Ascolto. Un foglio unico scritto sulle due facciate: nella prima le parole di Gesù e gli appuntamenti settimanali, sul retro il comunicato riguardante l’accoglienza dei richiedenti asilo.

Un comunicato letto dal pulpito da parte di un parrocchiano. «È vergognoso che ci sia chi – è uno dei passaggi che saranno diffusi anche nelle celebrazioni di domenica, 27 agosto, nelle chiese quelle di Farla, Majano, San Tomaso e Susans –, in un momento di crisi come quello che la nostra società sta attraversando, non trovi di meglio da fare che strumentalizzare e distorcere l’informazione insinuando che la parrocchia aiuti gli stranieri e non gli italiani. Questa stessa vicenda racconta una realtà, nei fatti, diametralmente opposta con don Emmanuel, impegnatosi personalmente per restituire un’esistenza dignitosa a un uomo di Majano, l’ex inquilino della canonica di Comerzo, mobilitando parrocchia e Servizi sociali, riuscendo a fare in modo che la persona in questione trovasse una sistemazione nel Centro residenziale per anziani di Majano».

Nel ciclostilato diffuso letto, oltre a specificare come la Caritas parrocchiale fornisca aiuto settimanale a una settantina di persone sul territorio di Majano, sono ripercorse anche le tappe relative alla rimessa a nuovo della canonica di Comerzo, immobile sulla cui destinazione c’è stata una riunione pubblica e la successiva sottoscrizione del comodato d’uso gratuito il 19 aprile. Ben prima, dunque, che a don Emmanuel fosse inviata la raccomandata dalla famiglia in stato di necessità.

«Quella raccomandata – precisa don Emmanuel – io l’ho ritirata il 21 agosto: non mi è stato nemmeno dato il tempo di rispondere». «La Caritas si dà da fare sia per gli italiani che per gli stranieri e si basa su quello che fa la gente – spiega il vicedirettore della Caritas Paolo Zenarolla – chi parla tanto venga a darci una mano. La faccenda a Majano è stata affrontata rispondendo da un lato all’istanza ecclesiale di accoglienza e al bisogno del Paese di trovare posti per i richiedenti asilo dall’altro, tutto il resto è coreografia fatta da chi è irresponsabile e diffonde la cultura dell’odio».
 

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