Prosecco, l’attacco degli ambientalisti: «Troppi pesticidi»

sacile. «Prosecco e ribolla soltanto bio nelle zone del business vitivinicolo». Elena Allegranzi con gli ambientalisti Liberi di respirare, Wwf, Legambiente lo dice chiaro: si è messa di traverso all’uso dei pesticidi nei vigneti a Sacile e sulla frontiera veneta.
«L’impatto sulla salute e natura è preoccupante e il paesaggio agrario sta scomparendo anche a Ronche e San Odorico – ha valutato Allegranzi –. Nel 2016 il mercato del prosecco doc era a quota mezzo miliardo di bottiglie: ma quanti pesticidi avvelenano l’aria che respiriamo?».
Cresce la domanda di prosecco doc e ribolla: a Sacile i vigneti hanno un mercato in espansione, concentrati a San Giovanni del Tempio, Vigonovo, Ronche, San Odorico e altri campi verso il Veneto. «La sofferenza è nel vedere piante e alberi sradicati in nome di un’agricoltura che fa uso di pesticidi – ha aggiunto Allegranzi –. Dove la natura viene oltraggiata le api muoiono, le lucciole spariscono, i passeri sono decimati e le nostre vite sono maltrattate. L’impossibilità di fare una passeggiata in campagna nella bella stagione, senza preoccuparsi di cercare un posto che possa offrire aria sana e alberi verdi con una natura rigogliosa e senza veleni, sta diventando un vero lusso».
L’allarme è lanciato dagli attivisti che lottano contro i fitofarmaci e pesticidi usati nei trattamenti.
«Stop ai veleni – ha aggiunto Allegranzi, segnalando il pericolo sul confine tra Sacile e Veneto –. L’Unesco ha bloccato il riconoscimento a patrimonio dell’umanità per le colline del prosecco, a causa dell’uso di pesticidi. Sacile e Caneva sono allineate».
Troppi pesticidi: alzano la voce degli ecologisti. «Le colline e zone del prosecco rischiano il declassamento – ha spiegato la sentinella ecologista –. Icomos è l’ente consultivo dell’Unesco che ha chiesto integrazioni al dossier della candidatura. Ci sono dubbi sulla sostenibilità ambientale».
Le associazioni ambientaliste sono in prima linea per la tutela della salute pubblica. I problemi di sostenibilità ambientale riguardano l’uso massiccio di prodotti fitosanitari. «Quando le viti sono irrorate da sostanze chimiche – ha concluso Allegranzi – si sente un forte odore che colpisce la gola e impedisce di respirare». –
C.B.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto