Pronti 200 mila euro: il mulino dei Cavalieri tornerà a splendere

Nuova vita per l’antico mulino che porta il “marchio” dei Cavalieri di Rodi, punto dove i pellegrini potevano trovare ospitalità nel Medioevo sulla via del guado del Tagliamento, lungo la strada che collegava il Nord Europa a Roma, centro della cristianità. A San Martino al Tagliamento l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Del Bianco è pronta ad acquistare e recuperare il mulino di località Arzenutto grazie a 200 mila euro ricevuti tramite il Piano di sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia per il periodo 2014-20.
«L’obiettivo – spiega il primo cittadino insieme all’assessore alla cultura Lorena Baruzzo – è quello di avere locali da dedicare non solo a centro di aggregazione sociale e per mostre ed eventi culturali, ma anche come casa del viandante fruibile gratuitamente dai turisti-pellegrini che transitano lungo l’attigua Romea Strata». Infatti, per San Martino scorre questo tratto dell’antica Romea (così chiamata perché raggiungeva proprio Roma), denominata Allemagna proprio perché arrivava dalle terre di lingua germanica. Un progetto della diocesi di Vicenza, al quale il Comune di San Martino ha aderito, l’ha recuperata con apposita segnaletica e ormai da almeno un quadriennio nel borgo, soprattutto d’estate, passano diversi pellegrini a piedi.
Il mulino è attualmente proprietà della famiglia Bortolussi, con la quale sono state intavolate le trattative per l’acquisto. «Secondo alcune fonti documentali – aggiunge Baruzzo – il nucleo originario del mulino sembrerebbe essere stato realizzato prima del 1290. Diversi ricercatori hanno rilevato la presenza di affreschi all’interno del complesso edilizio, nonché fino a pochi decenni fa esisteva una campanella che si diceva servisse per radunare i viandanti della Romea prima di recitare il rosario».
Tra gli affreschi oltre a un gruppo di santi (tra i quali si riconosce Sant’Antonio al quale era dedicato nell’area anche un piccolo oratorio) ci sono pure degli stemmi: tra essi, seppur rovinati dal tempo, è riconoscibile la croce dei Cavalieri di Rodi, ovvero gli Ospitalieri, ordine di monaci guerrieri che si prendevano cura dei viandanti e che poi si è trasferito nell’isola di Malta. Il mulino fu attivo fino al 1973 e nel suo recupero il Comune intende utilizzare materiali ecosostenibili e certificati per l’efficienza energetica, sempre mantenendo la storicità dei luoghi.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto