Progettoautismo: una Fondazione che ha dato speranza a più di 90 famiglie

Un invito a non mollare mai e a lottare per realizzare i propri obiettivi: questo è il messaggio emerso dall’intervista a Elena Bulfone, fondatrice di Progettoautismo Fvg onlus.
Elena è una vera sognatrice e attivista che, grazie alla sua forza di volontà e al sostegno di altri genitori con figli autistici, è riuscita a dar vita alla Fondazione Progettoautismo. «Ci siamo uniti per supportarci a vicenda – spiega - . Nel lontano 2006, infatti, l’autismo era una condizione ancora sconosciuta>. Così Elena, suo marito Enrico Baisero e tanti altri hanno fatto gruppo per ottenere un aiuto nel percorso riabilitativo dei propri figli, cercando di raggiungere dei professionisti che potessero contribuire alla formazione del personale scolastico. Pian piano, però, si sono resi conto che non sarebbero bastate soltanto le loro lotte per ottenere dei servizi effettivi. Così hanno cominciato a sognare un posto speciale per le persone con autismo, dai più piccoli ai più grandi, riuscendo ad aprire il centro diurno Home Special Home, che si prefigge come scopo far vivere alle persone autistiche una vita piena e appagante. Oggi la Fondazione supporta all’incirca 90 famiglie della nostra regione, impegnandosi nella promozione della ricerca e dell’indagine per scoprire nuove ed efficaci modalità di riabilitazione.
Il primo passo, per i genitori e le famiglie, è l’accettazione. Crescere un figlio con autismo comporta molta fatica. Il segreto? Trasformare la fatica in voglia di garantire un futuro dignitoso ai propri bimbi. L’amore deve essere il motore che spinge un genitore o chiunque altro ad affrontare gli ostacoli che si incontrano durante il percorso. Ma non solo: «Mio figlio è sempre stato il mio maestro - racconta ancora Elena - grazie a lui, ho sperimentato me stessa». Di fronte alle difficoltà in cui ci si imbatte, si può capire se effettivamente si possiedono determinate capacità: è un momento di crescita personale, anche se all’inizio si fa fatica a comprenderlo. Il secondo passo è sostenersi, proprio come all’interno di una grande famiglia, per raggiungere uno scopo comune, come ci insegna Progettoautismo che per il 2022 prevede la realizzazione di vari progetti. Primo fra tutti, la pubblicazione di un manuale riguardante i benefici della stanza multisensoriale per la riabilitazione motoria, in collaborazione con le facoltà di Neuroscienze di Udine e Trieste.
Un altro sogno nel cassetto è quello di dar vita a dei luoghi comuni che, attraverso l’aiuto di persone formate, possano garantire una vecchiaia il più possibile autonoma per coloro che soffrono di autismo. I volontari, inoltre, stanno operando in varie zone dell’Italia settentrionale per fornire il proprio aiuto in maniera del tutto gratuita e spassionata.
La storia di una famiglia, infatti, è diventata quella di altre famiglie che si sono unite per aiutarsi giorno dopo giorno. Un percorso iniziato nel 2006 e che quest’anno spegne ben quindici candeline, facendosi come regalo il libro “Incantesemâs – destini uniti dalla concretezza di un sogno”, a cura di Elena Bulfone ed Enrico Baisero con la collaborazione di tanti altri. Un libro che vuole soprattutto riaccendere la speranza di chi l’ha persa nel buio dell’autismo, ma non solo. Vuole parlare alla gente comune per far capire a tutti a noi che una grande impresa, come la Fondazione autismo, può nascere solo grazie alla tenacia di persone semplici, unitesi per raggiungere un sogno che all’inizio si poteva solo immaginare. «Ci sono tante cose dentro questo libro. È un incantesimo dentro cui tutti noi possiamo ritrovare un pezzettino di noi stessi». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto