Profughi, proroga per i container? Romoli dice no alla richiesta di Msf

«Non credo sia possibile concedere una proroga all’allestimento temporaneo dei moduli abitativi all’ex San Giuseppe. Quel che è certo è che non lo ritengo opportuno».
È la posizione del sindaco Ettore Romoli di fronte all’ipotesi che il centro di accoglienza temporaneo allestito da Medici senza frontiere in via Grabizio possa restare attivo ben oltre i tre mesi inizialmente previsti dalla stessa organizzazione non governativa. Una richiesta, questa, avanzata da diverse associazioni cittadine che si stanno occupando di supportare i richiedenti asilo nei processi di accoglienza e fatta trasparire tra le righe dallo stesso coordinatore di Msf a Gorizia, Yannick Julliot: «L’abbiamo sempre detto: puntiamo a fare in modo che le istituzioni propongano un programma di accoglienza strutturato. Ma non escludiamo nulla: se si dovesse presentare la necessità e il Comune dovesse concederci un’autorizzazione in proroga, potremmo rimanere ancora», aveva detto il rappresentante dell’ong. I container che da fine novembre riempiono lo spiazzo posteriore del San Giuseppe possono per legge rimanere in funzione soltanto tre mesi, dunque fino ai primi giorni di marzo. Poi, potrebbero scattare le denunce.
«Credo - evidenzia Romoli - che all’estero ci siano necessità più stringenti: penso alla Siria, ad esempio, dove di recente proprio un ospedale allestito da Msf è stato bombardato. In alternativa, se la volontà è quella di supportare i migranti che arrivano dalla rotta balcanica, la ong può fornire il proprio contributo allestendo il campo in altre città della provincia di Gorizia: ci sono sindaci che hanno dimostrato di voler abbattere i confini creati in Istria dal filo spinato; avrebbero modo così di abbattere concretamente delle frontiere anche sul proprio territorio», spiega Romoli riferendosi ai colleghi che hanno partecipato all’iniziativa di Dragonja organizzata dal presidente della Provincia, Enrico Gherghetta.
Il reportage dal centro Msf di via Grabrizio pubblicato ieri dal Messaggero Veneto ha innescato anche la reazione del capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Fabio Gentile: «Come mai tutti gli ospiti intervistati vengono dall’Austria? Com’è che tutti hanno fatto dei viaggi lunghissimi e poi sono finiti in questa landa desolata e desolante del nordest dove l’economia arranca e il lavoro manca? Il sospetto (ormai certezza) è che la commissione goriziana sia di manica larghissima nei confronti di afghani e pakistani e che la direttiva di Lisbona non venga nemmeno presa in considerazione (primo Paese d’ingresso, luogo dove chiedere permesso) e tutti se ne infischiano rimandando chi non vogliono in Italia a cercare di ottenere delle carte».
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