Profughi, ma con gli smartphone

Polemica sui social, ma la Rete solidale: «Sono telefoni rigenerati»

La cinquantina di profughi al parco di San Valentino (ieri, otto sono entrati in struttura ma nel frattempo ne sono arrivati altri cinque) sono al centro dell’attenzione dei pordenonesi non solo nel polmone verde cittadino, ma soprattutto sui social network. E da giorni imperversa la polemica circa il loro utilizzo di beni di valore, come smartphone, spesso di nuova generazione, di cui sono tutti dotati.

«Sembrano cellulari nuovi fiammanti, in realtà si tratta di telefoni rigenerati, ovvero usati e rimessi a posto che spesso vengono acquistati col pacchetto di accompagnamento dai mercanti di uomini oppure comprati a non più di 30 euro – ha spiegato Luigina Perosa della Rete solidale –. Perchè gli smartphone? Perchè è indispensabile avere un gps per orientarsi lungo le migliaia di chilometri che fanno a piedi e perchè all’interno si possono conservare i ricordi di casa in un oggetto facilmente trasportabile».

E al parco ieri non si parlava d’altro anche della richiesta dell’assessore Vincenzo Romor dell’esercito in città per i profughi. Una questione che ha sollevato anche il senatore Lodovico Sonego nell’incontro di ieri con il prefetto. «E’ sbagliato chiedere al Governo ulteriori forze di polizia – afferma Sonego –. Rammento che ci sono circa 300 unità della ex polizia confinaria la cui presenza era necessaria sul confine. Quel personale è assai più che sufficiente per ogni necessità dell’emergenza migranti e va utilizzato anche per rafforzare il forte deficit di organico della Questura di Pordenone. Sollecito il ministro Alfano ad agire in tale direzione».

L’assessore Romor, che sulla questione si è allineato alla collega Nonino di Udine, ha precisato che il suo riferimento non era all’esercito con i fucili, ma alla sua logistica. «L’esercito organizza campi estivi e invernali – ha sottolineato – e quindi potrebbe essere indispensabile nell'allestimento di cucine, docce oppure potrebbe mettere a disposizione parti di caserme tuttora funzionanti».

Laura Venerus

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto