Professori e maestri in coda per la prevenzione: cinquecento vaccinati

L’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale ha aperto, ieri, le agende vaccinali riservate ai maestri, professori, educatori, operatori e collaboratori, che lavorano nelle scuole di ogni ordine e grado, nei servizi educativi 0-3 anni e negli enti di formazione professionale.
Cinquecento le persone attese nella sola prima giornata all’ospedale Santa Maria della Misericordia. Tutte rigorosamente in fila, dalle 13.30 fino alle 20.30 per ricevere la prima dose di vaccino AstraZeneca. Silenziosamente distanziati, accolti nell’atrio, organizzati in un afflusso costante, ordinato e continuo, dal personale ospedaliero gentilissimo e in grado di garantire un servizio impeccabile.
Tempo massimo di attesa venti minuti, tra una prima accettazione dei moduli scaricabili on line, all’accettazione con successiva prenotazione della seconda dose, (per chi era presente ieri, il 15 maggio), fino alla vaccinazione vera e propria. Infine quindici minuti in sala d’attesa per controllare lo stato di salute dei neovaccinati e l’eventuale comparsa di reazioni sorvegliati dal personale medico. Insomma efficienza e cortesia, che di questi tempi sollevano parecchio il morale.
Ben sette, nell’ospedale di Udine, i punti per l’accettazione e otto quelli per l’inoculazione del vaccino anti Covid. «Ho prenotato il vaccino in farmacia – spiega Massimo, insegnante di una scuola primaria –. Alle otto ero già lì. Non ci sono stati problemi. Il modulo con la prenotazione me lo ha consegnato la mia farmacista». Le prenotazioni potevano avvenire, oltre che in farmacia anche attraverso i Centri unici di prenotazioni delle aziende sanitarie (Cup), e il call-center regionale (0434-223522), seguendo la stessa procedura adottata sinora per il personale sociosanitario.
«Penso che vaccinarsi sia giusto, considerato che siamo a contatto con molti studenti e con il personale scolastico – spiega Manuela insegnante in una scuola secondaria di secondo grado –. Abbiamo dovuto affrontare numerose quarantene. È un gesto di responsabilità e una tutela per la società».
Molti hanno sottolineato l’importanza del gesto, che ha una ricaduta importante non soltanto sulla propria vita e tranquillità, ma su molte persone, studenti, famiglie e propri familiari. Alessandro insegnante a Udine, della secondaria di secondo grado: «Non ho preoccupazioni rispetto agli effetti collaterali. E sono contento di essere qui oggi. Il mio appuntamento era alle 15.45 ed è stato rispettato perfettamente». Occorre ricordare che l’adesione alla campagna vaccinale è volontaria. «Sono molto tranquillo – racconta Emanuele – insegnante di religione in una scuola secondaria di primo grado. Vedo che in fila ci sono alcuni miei colleghi. Non avevo particolari timori».
«Vaccinarsi ha due dimensioni, individuale e collettiva – dice Laura – insegnante anche lei in una scuola secondaria. Il Covid mette a dura prova le nostre esistenze da un anno. Ogni cosa va in tilt quando ti dicono che sei positivo, ti chiedi dove l’ho preso, chi ho visto in questi giorni. Troppi tra noi hanno perduto familiari ed affetti. L’unica via è questa: vaccinarsi».
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