Professoressa diventa bidella: "Conta solo il lavoro"

SACILE. «Quello che conta è il lavoro: docente oppure bidella sempre con dignità».
Esther Gratton è la precaria simbolo dell’eclisse del lavoro a scuola: era in cattedra nel 2014 e ha cambiato profilo professionale nella “bidelleria” nel 2015. Dice che «non si può non accettare il lavoro: onesto e con una paga sicura di 900 euro mensili quando la supplenza è di 30 giorni». E ora, pulisce le aula che fino a dodici mesi fa la vedevano protagonista come insegnante. Ogni giorno un incarico in un luogo diverso, ogni mattina l’attesa di una telefonata per l’assegnazione della “sede”.
Ha coraggio da vendere, Esther Gratton. «Il primo maggio va dedicato alla dignità di qualsiasi lavoro – dice l’ex insegnante di francese, mettendo l’accento sull’impegno civile –. Ero docente nel liceo Pujati di conversazione francese e da marzo 2015 sono diventata ausiliaria: sempre precaria. Bidella con supplenze brevi in 20 scuole diverse pordenonesi e sono felice di lavorare».
Gli anni di insegnamento come docente di conversazione francese sono serviti per aumentare il punteggio in graduatoria. «Sono al numero 113 negli elenchi di terza fascia Ata – è il dettaglio –. Chiedo per tutti lavoro ai precari, contratto e diritti».
Da professoressa a bidella. Si sente declassata?
«Lavoravo da tre anni nel liceo quando ho ricevuto una telefonata dalla segreteria, nell’ottobre scorso, e mi sono trovata licenziata su due piedi. Nessuna colpa professionale: un’altra supplente mi ha superata in graduatoria. E’ capitato a me, a 48 anni, e con una caratteristica precisa: sono madrelingua francese. Mi hanno detto: “Si ritenga libera dall’insegnamento”. Un’altra persona ha preso il mio posto di lavoro perché ha più ponteggio. Risultato: licenziata, senza più cattedra in un minuto».

A quel punto, che fare?
«Mi dispiace che non si possano contare in graduatoria le capacità di una docente nel fare scuola: ha ragione il premier Renzi quando propone la buona scuola e il cambio di passo verso la meritocrazia. Ho un patrimonio personale ricco di traguardi didattici: il concorso internazionale di poesia con segnalazioni e vittorie degli studenti in lingua francese, la gestione di un progetto di gemellaggio con cinque scuole con scambi web in diretta e conferenza sulla Grande guerra. Ogni precario ha un percorso a sé: il mio guaio è stato quello di non avere potuto fare l’abilitazione, che costa 4 mila euro. La legge della selezione è questa: arriva un altro precario con più punti e perdi il posto di lavoro. E, ripeto, ti trovi senza lavoro in un minuto».
L’alternativa?
«E’ stata quella di provarci con un altro profilo professionale: nelle graduatorie di terza fascia per ausiliari, tecnici, amministrativi. Gli Ata. Gli “ex” bidelli. Il dolore di abbandonare l’aula di francese era intenso, qualche mese fa, perché ho portato i miei alunni a un buon livello linguistico. Ho lavorato con vera passione e purtroppo dobbiamo fare i conti con la burocrazia che non tiene conto dell’essere umano. Il merito, la qualità dell’insegnamento sono secondari alla questione dei punteggi«.
Il nuovo lavoro?
«Sono fiera di essere mamma, moglie e lavoratrice nel comparto istruzione: ho una supplenza in una scuola dell’infanzia e adoro i bambini. Anche nelle secondarie dove ho lavorato alcuni giorni pulendo i banchi, sorvegliando l’atrio ho potuto capire il privilegio di una professione nella scuola. L’incontro con i ragazzi è un’occasione sempre straordinaria, perché danno serenità e chiedono consigli, sicurezze, valori. A 48 anni non mi arrendo e sono orgogliosa anche di pulire le aule dalle 11 alle 17. I progetti sono quelli di iscrivermi a un corso universitario online per prendere una laurea in Italia».
Il lavoro per i bidelli è in flessione?
«Le previsioni: 200 docenti precari da assumere a Pordenone nelle graduatorie a esaurimento nel 2015 e potrebbero essere tagliati 15 posti di lavoro dei bidelli e amministrativi. Spero che non si cancellino le supplenze brevi e nemmeno 30 milioni di euro per il miglioramento dell’offerta formativa. Lancio l’appello al ministro dell’istruzione Stefania Giannini: ci darà una mano per stabilizzare il lavoro precario? Ministro, siamo da sei anni senza contratto e l’attesa di un contratto in ruolo aumenta: ci serve una speranza, sogni e idee nuove«.
Sciopero il 5 maggio?
“Non posso permettermi di scioperare: le supplenze brevi, cioè con pochi giorni di incarico, si misurano in buste paga magre. In famiglia vogliamo costruire un futuro ai ragazzi e bisogna lavorare. Mi impegno sul fronte sociale e politico: con la candidatura nella lista Pd per le elezioni 2015 in un Comune nella Pedemontana. Nel programma ci sono: l’istruzione, i gemellaggi con scuole europee, l’impegno per riattivare la ferrovia Sacile-Gemona. Ho misurato la bellezza del percorso a piedi della vecchia tratta del Minuetto: il trenino va restituito alla Pedemontana».
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