Professione bartender, spezie e sapori in un bicchiere: Ein Prosit porta a Udine l’arte del cocktail
Le proposte degli esperti nei locali del centro, all’interno della rassegna enogastronomica in programma fino a lunedì 20 ottobre

C’è un mestiere in cui la materia prima – un gin, un bitter, un’erba aromatica – non è che l’inizio di una storia. Il resto lo scrive la relazione con chi si ha di fronte al banco. È il mondo del bartender, figura sempre più centrale nella movida e tornata protagonista a Udine con Ein Prosit, aprendo giovedì 16 ottobre le serate dedicate in tre locali cittadini: Spazio Villalta, Buchetto e Alla Rocca.
«Il concetto di bartender è strettamente legato alla materia che utilizza, ma nel mio ruolo trovo grande interazione con il cliente. Si crea un legame con chi c’è dall’altra parte».

A parlare è Giacomo Scotti, arrivato per qualche ora in Spazio Villalta (nell’ex Dormisch rimesso a nuovo), con quasi cinque anni di esperienza al Carico di Milano. Il suo approccio alla miscelazione è un’analisi maniacale del prodotto e di come questo si possa esprimere al palato. «La ricerca degli ingredienti è fondamentale – spiega –, significa studiare lo sviluppo di un sapore e come si abbina con gli altri. È l’espressione della materia prima».
Una passione nata finiti gli studi liceali, tra banco e sala, «cercando di combinare le cose». Oggi, la sfida è trovare nuovi ingredienti e superare barriere: «A volte cerchi il prodotto giusto per sviluppare un drink, è difficile ma non impossibile».
Dal cilindro escono così gin giapponesi dal gusto floreale, distillato al wasabi fatto in casa, “basilico giapponese”, aroma di legno peruviano e tanto altro.
E la clientela cosa cerca? Si segue la massa o si propongono ricette nuove? «La nostra sa già cosa vuole – racconta –, noi siamo bravi a capire i desideri, ma non si litiga sulla decisione finale. Ognuno ha i suoi gusti, sta a te dimostrare che il sapore che stai proponendo merita di essere provato».
Una differenza sostanziale, rispetto all’estero, la trova nella motivazione: «In Italia la ricerca è più concentrata sulla materia prima, all’estero si guarda all’innovazione».

Giovedì sera l’offerta era ricca. Dalle 19 in poi, la città si è mossa tra diversi appuntamenti: oltre al già citato Scotti, al Buchetto Simone Covan ha gestito i miscelatori, mentre alla Rocca c’era Martina Bonci con Michael Collovigh. Quattro nomi per esplorare numerose frontiere del gusto dentro un drink, all’ora per eccellenza dell’aperitivo italiano. Mentre le loro mani gestivano cubetti di ghiaccio, bicchieri ed elementi vari, davanti a loro i clienti iniziavano ad animare la serata udinese.
Un rituale che venerdì 17 ottobre ritornerà con gli stessi orari ma sapori e nomi nuovi, spaziando tra Ginger, Spazio Villalta e Alla Rocca.
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