Pressing per la nomina del prefetto

PORDENONE. «Credo che Alfano abbia presente la situazione di Pordenone e non veda l’ora di risolverla se non altro per non sentirsi più tormentare. La situazione però è complessa e bisogna attendere le decisioni del consiglio del Ministri. Quello che è sicuro è la volontà del ministro di risolvere quanto prima la vicenda».
Lo dice con una battuta Isidoro Gottardo (segretario regionale del Nuovo centro destra), che in questi mesi non ha perso occasione per ricordare al ministro dell’Interno l’impellenza di nominare un prefetto per il Friuli occidentale.
La presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha dato per quasi fatta l’operazione, ma in provincia c’è ancora una certa scaramanzia. Il prossimo consiglio dei Ministri potrebbe essere quello decisivo, ma fino all’ultimo non si può brindare.
A livello nazionale sarebbe anche stata individuata la candidata ideale, gradita ai rappresentanti delle varie forze politiche, ma la nomina è più facile a dirsi che a farsi perché ricade in un mosaico più complessivo di caselle da riempire.
La candidata per Pordenone – anche se nessuno conferma ufficialmente – è Maria Rosaria Laganà, già viceprefetto vicario Prefettura di Pordenone nel 2007, originaria di Verona e oggi prefetto e dirigente dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, a Reggio Calabria. Un prefetto con un curriculum di tutto rispetto e anche per questo – la nomina all’Agenzia è recente – non sarà facile che l’operazione riesca.
Resta il fatto che il territorio – grazie anche alla lettera delle categorie economiche e a quella del presidente della Provincia – ha richiamato con forza l’importanza di mantenere un presidio del governo in città.
erché Pordenone è la provincia con la Base americana di Aviano, è territorio con una forte presenza di immigrati ed è un area che sta subendo una pesante trasformazione industriale. Tutti elementi che il territorio – in modo compatto – ha ribadito con forza a Roma. E ai quali il governo è chiamato a dare attenzione.
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