Prese a ombrellate l’ex amante del marito patteggia un anno

Erano partite in spedizione alla ricerca del marito fedifrago: moglie e figlia minorenne alleate contro la sua ex amante. Ma pur non trovandolo a casa della donna, quando lei aveva aperto la porta, l’avevano presa a botte, colpendola anche con un ombrello, le avevano tirato i capelli e strappato di mano il cellulare per impedirle di chiedere aiuto. Ieri, di quell’episodio la donna - una quarantrenne nordafricana e residente in città, di cui non riportiamo le generalità a tutela della figlia minorenne - ha risposto davanti al tribunale di Udine, patteggiando la pena in un anno di reclusione, sospesa con la condizionale.
La sentenza è stata emessa dal gup Emanuele Lazzàro, previa consenso della Procura alla proposta avanzata dal difensore, avvocato Angelo Di Dio, del foro di Enna. La parte offesa era rappresentata dall’avvocato Samantha Mosca, cui il giudice ha riconosciuto la rifusione delle spese di difesa.
La vicenda risale al 28 ottobre 2018. Le indagini della polizia, cui entrambe le donne si erano successivamente rivolte, portarono a concludere per le ipotesi di reato di violazione di domicilio, lesioni personali e violenza privata. All’aggredita, una connazionale sulla quarantina, erano state riscontrate lesioni giudicate guaribili in sette giorni. Poco dopo, in lacrime e con il volto sanguinante, la donna si era presentata in Questura, raccontando l’episodio e chiedendo aiuto. Un agente aveva allora chiamato un’ambulanza, per accompagnarla in ospedale e farla medicare. In quella stessa serata, anche l’altra donna si era recata in Questura, fornendo una versione risultata poi mendace. —
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