Prende una multa perchè lascia il finestrino del furgone aperto: il giudice la cancella

CERCIVENTO. Si era visto appioppare una multa “a fin di bene” poiché aveva lasciato il finestrino abbassato per arieggiare il furgone, esponendolo ai furti.
Ma di pagare quella sanzione da 57 euro Renato Garibaldi, apicoltore, ambientalista e movimentista di Cercivento, dove gestisce la comunità Bosco di Museis, non ne voleva proprio sapere. Così si è rivolto a un giudice, che gli ha dato ragione e ha annullato il verbale.
La sua battaglia era iniziata cinque mesi fa. «Io non mi arrendo. Ci sarà pur un giudice a Berlino...» andava ripetendo il nipote dell’eroe dei due mondi, richiamandosi al mugnaio Arnold di Potsdam che si rifiutava di pagare tasse ritenute ingiuste.
A novembre dello scorso anno gli era stato notificato un verbale redatto dalla polizia stradale. «Ho dovuto leggere per ben tre volte il testo prima di convincermi che era tutto vero» aveva ammesso Garibaldi.
Quel giorno – era il primo di ottobre – Garibaldi caricò alcuni ospiti della fattoria sociale di Cercivento sul suo Fiat Scudo a nove posti e scese dalla Carnia in direzione di Tavagnacco per acquistare materiale in un negozio di prodotti all’ingrosso.
«Piazzato il mezzo negli appositi stalli nel parcheggio del centro commerciale, ho pensato di arieggiare il furgone, protetto da un sistema di allarme» è la sua versione dei fatti. E dopo un’ora di viaggio a bordo di un van affollato in un’assolata mattinata di ottobre, ne aveva ben donde, visto che l’aria si era fatta viziata. Una ventina di minuti più tardi Garibaldi e i suoi prodi carichi di pacchi concludevano la spedizione.
A distanza di un mese da quella sortita era arrivata la sanzione ai sensi dell’articolo 158 comma 4 e 6 del Codice della strada.
Un verbale dettagliato: «Effettuava la sosta in una zona all’uopo predisposta e aperta al pubblico senza adottare le opportune cautele. Il conducente si allontanava lasciando il finestrino anteriore laterale sinistro completamente abbassato, tanto da renderlo accessibile a chiunque» riportava.
A nulla sono valsi i suoi tentativi di chiarire che il furgone non era incustodito, visto che era protetto da un sistema antintrusione.
«Mi derubano per non farmi subire un furto – si era inalberato – chiaro che faccio ricorso. Comunque non mi risulta che il finestrino chiuso sia un deterrente per i ladri, dopo tre finestrini spaccati, quando vado a Roma lascio aperto a metà deflettore in modo che se qualche malintenzionato vuole rubare l’autoradio, almeno non fa altri danni».
In realtà, gli agenti della polizia stradale non hanno fatto altro che applicare l’articolo del Codice della strada che consente di multare chi lascia le chiavi nel quadro, oppure finestrino e portiera aperti. Sono previste sanzioni che vanno dai 41 ai 169 euro per i mezzi a quattro ruote.
E ce n’è anche per i motociclisti: il proprietario che non adotta le opportune cautele per impedire l’uso del mezzo senza il suo consenso – recita lo stesso articolo – rischia di pagare da 24 a 98 euro.
Così Garibaldi ha presentato ricorso al giudice di pace di Udine Elisabetta Kraus, che gli ha dato ragione e ha annullato il verbale di contestazione impugnato. Una vittoria amara per l’indomito Garibaldi che commenta: «Se fosse stato necessario sarei andato fin dal presidente della Repubblica per contestare quella multa.
Non è possibile che in un Paese come il nostro, in cui la certezza della pena non esiste, la polizia anziché acciuffare e punire i ladri se la prenda con il contribuenti che parcheggiano l’automobile con il finestrino abbassato».
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