Premio Midolini: l’area ex Ifim diventa una galleria d’arte e architettura

Lunedì a San Gottardo la premiazione della seconda edizione «Ci ispiriamo all’Agenda Onu per la salvaguardia del pianeta»
Veronica Rossi
San Gottardo 29 agosto 2021 Opere nell'area midolini ©Foto Petrussi
San Gottardo 29 agosto 2021 Opere nell'area midolini ©Foto Petrussi



L’arte può costituire un legame forte e autentico con la madre terra, che attraverso di essa ci parla e ci ispira. Questa è la sensazione che si sente entrando nell’area Ifim – ex storica cava udinese di San Gottardo –, teatro del premio Midolini, arrivato alla seconda edizione. La premiazione del concorso, che ha visto la partecipazione di nomi illustri a livello internazionale, è in programma lunedì, alle 17.30, proprio nel complesso industriale in dismissione. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Club Unesco di Udine e il patrocinio del Comune.

L’imprenditrice Raffaella Midolini ha in mente un progetto lungimirante per i suoi terreni, immersi nel Parco comunale del Torre: in memoria di suo padre Lino – innovatore e collezionista di arte moderna e contemporanea – vorrebbe avviare un ripristino dell’area ambientale, attraverso l’installazione di strutture per la produzione di energie rinnovabili e la creazione di una zona verde a beneficio della cittadinanza. In un punto dove sorgeva una discarica di rifiuti solidi urbani nascerà un impianto a biogas, sormontato da un complesso fotovoltaico, mentre sopra una cava ricoperta saranno installati dispositivi per la produzione dell’energia geotermica.

«L’intenzione di Midolini – afferma l’ingegnere Carlo Stragapede, curatore, assieme a Valentina Azzini, del premio – è quella di donare agli udinesi un parco che, una volta completato, sarà più grande di quello del Cormôr». Per il ripristino dell’intera area – secondo la normativa vigente – ci vogliono 30 anni dalla dismissione, avvenuta nel 2014. «L’iniziativa – continua Stragapede – è ispirata anche all’Agenda Onu 2030 e ai suoi 17 obiettivi e 169 traguardi per la salvaguardia del pianeta».

E chi meglio degli artisti può avere una sensibilità che permetta un riavvicinamento alla natura? Il premio si compone di due categorie, distinte, ma complementari: arte e architettura. Nella prima si sono misurate 8 importanti personalità italiane – Alberto Gianfreda, Passonia, Fabio Comelli, Alessandra Aita, Michela Sbuelz, Rodolfo Liprandi, Marisa Cignolini e Maralisa Povegliano –, con le loro opere di Bio-art e di Land-art. L’utilizzo di materiali naturali e biodegradabili permette alle sculture di dialogare con l’ambiente circostante, che le completa e le modifica nel tempo.

Camminando tra i lavori degli artisti si ha l’impressione di venir calati in una dimensione spirituale, in cui esseri umani ed ecosistema sono connessi con un legame inscindibile. Di rapporto con la natura – anche se con una declinazione diversa – si è occupata anche la seconda categoria del concorso: i tre progetti in gara si sono confrontati con la creazione di un arredo urbano a partire dall’ex cava.

Nella seconda categoria, invece, le proposte – presentate dagli architetti Federico Comuzzo e Giulia Morandini, Paolo Zardo e Philip Rafael light designer, Michele Gortan – sono dirette alla fruibilità degli spazi da parte della cittadinanza, sempre nell’ottica della sostenibilità. Durante la premiazione, a cui saranno presenti anche il governatore Massimiliano Fedriga e il sindaco Pietro Fontanini, ci sarà anche una performance della scuola di danza Axis, accompagnata da percussionisti, che si esibirà in un rito propiziatorio verso il domani.

«Tutto il team, composto da me, da Raffaella Midolini, da Valentina Azzini, dal fotografo ufficiale Roberto Casasola e dal direttore responsabile dell’Ifim Andrea Pittolo, ha profuso molte energie in questo progetto – conclude Stragapede – ma ne è valsa la pena». —

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