Premio Luchetta: «Vince il giornalismo autentico»

Il doppio lustro soddisfa il tempo, circoscrive un’epoca e prende posto nel libro d’oro. Il premio Luchetta è al decimo passaggio - sintomo di salute - e tiene ben stretti i principi del debutto: il giornalismo autentico, quello buono, che sa osare molto e non t’imbroglia.
C’è una memoria cara da custodire. Marco, Dario, Alessandro e Miran. Per salvare il piccolo Zlatko lasciarono i loro corpi nell’inferno di Mostar; Miran fu massacrato mesi dopo assieme a Ilaria Alpi a Mogadiscio. È Giovanni Marzini, caporedattore della Rai Regionale, infaticabile vedetta triestina del sistema Luchetta - ricordiamo la Fondazione, ventennale, che si prende a cuore delle piccole vittime della guerra - a ricalcare il concetto di «qualità», peraltro «accresciuta di edizione in edizione».
E subito nomi e cognomi di chi si è meritato la gloria, per nulla vana. Scelti con diligenza fra centinaia di proposte da chi il mestiere lo fa da sempre, capeggiati dal direttore della Tgr, Alessandro Casarin.
Il reportage sui rifugiati siriani di Ian Pannell, targa Bbc, con le immagini di Darren Conway, conquista il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta. All’inchiesta sull’infanticidio delle bambine indiane del vicedirettore di Io donna, Marzio G.Mian, va il Luchetta quotidiani/periodici.
Il cronista di France 2 Jean-Sébastien Desbordes s’impone nella sezione “Ota” con un docu-film dedicato a Sacha, bimbo affetto da una particolare malattia genetica. Lo scatto migliore è quello di Marco Gualazzini de L’Espresso, un fotogramma rubato nella bolgia degli sfollati del Congo (premio Miran Hrovatin).
Lavora per The Times, Richard Lloyd Parry. Lui segue l’andamento dell’Asia. Il suo diario sulle atrocità del regime birmano (ha lavorato sotto copertura) gli farà stringere il “Dario D’Angelo”.
Li vedremo tutti la sera del 10 luglio su Raiuno, alle 23 circa, durante la differita del gala live I nostri angeli programmata per il 3 luglio al teatro Rossetti di Trieste, guidato da Franco Di Mare e da Barbara Carfagna con l’anteprima (in onda il 7 luglio su Raitre alle 9.45) tutta by Giovanni Marzini. I canterini griffati Cristicchi e Maggio, la The Voice Italy Elhaida Dani, Sebastiano Somma e i ragazzi di Starts Lab si prenderanno cura dello show.
Raiuno «ha un legame speciale col Luchetta». Il mordi e fuggi del vicedirettore Ludovico Di Meo (nel senso Roma-Ts, Ts-Roma in un lampo) ne è conferma limpida. «Lo abbiamo a cuore come poche altre manifestazioni», dice. In conferenza stampa nella sede della Regione - «un sostegno da sempre», sottolinea Marzini - anche il neo assessore alla cultura Gianni Torrenti - «è la lunga storia a parlare» - e la presidente Daniela Luchetta, la moglie di Marco.
«A Trieste la Fondazione ha ormai un che di familiare e proprio per questo è doveroso alzare il tiro della professionalità. Una nuova convenzione col Burlo sta per concretizzarsi così come l’incrocio di altre e nuove realtà». Sebbene l’Annus Horribilis abbia sottratto più di qualcosa qui e là, il Luchetta - complici i galloni conquistati sul campo - non ha spostato la fiducia dei grandi investitori - Generali, Fincantieri, Friuladria (che consegnerà un riconoscimento a Giovanni Floris) e Wärtsilä. Una rarità.
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