Il borgo diviso tra quiete e sviluppo: a Povici scoppia la protesta contro il nuovo parcheggio turistico

Il sindaco difende il progetto per accogliere i flussi estivi e sostenere le attività locali. Ma i residenti temono la perdita di un’area verde storica: "Così si snatura il paesaggio, per pochi weekend all’anno"

Alessandra Ceschia
Uno degli striscioni di protesta esposti a Povici
Uno degli striscioni di protesta esposti a Povici

Acque cristalline e prati verdeggianti. Un paesaggio di fiabe nel cuore delle Prealpi Giulie che, per alcuni mesi all’anno, richiama centinaia di gitanti nel borgo incantato di Povici: turisti e famiglie in cerca di pace e refrigerio dalla calura estiva.

Per incoraggiare questi flussi l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Nesich ha deciso di mettere in cantiere un progetto destinato a garantire parcheggi e servizi a chi si ferma per alcuni giorni portando linfa e nuovi introiti alle attività locali.

E subito sono partite le proteste destinate a fermare l’orda di turisti e a bloccare la creazione di decine di stalli per la sosta oltre all’area ristoro pur di salvaguardare i prati di un’area incontaminata.

A spiegare le ragioni del fronte del no sono Gianfranco Zuzzi e Mario Beltrale: «È in ballo il futuro di un’antica area verde che, oltre ad aver dato asilo ai prefabbricati del terremoto nel 1976 – evidenziano – è anche memoria di antiche tradizioni e riti che appartengono alla storia del borgo che con questo consumo di suolo impattante sull’ambiente e sul paesaggio si fa vittima sacrificale di un’agoniata espansione economico-turistica perseguita da più parti in nome di un punto di ristoro e della presenza per alcuni fine settimana nel periodo estivo di bagnanti nel torrente Resia la cui morfologia è mutevole nel tempo e quindi non sempre attrattiva».

Proteste rilanciate da lenzuola bianche appese sui muri delle abitazioni e messe nero su bianco su una petizione popolare che ha raccolto qualcosa come una quarantina di firme. Tante quante gli abitanti del borgo.

«Eppure – fa notare il sindaco – molte delle sottoscrizioni apposte al documento che è stato inviato anche alla Comunità di montagna, motrice del progetto, appartengono a persone che pur essendo originarie del comune di Resiutta non vi risiedono più ma vi tornano solo per le vacanze». E la comunità, che complessivamente conta 260 anime, ha bisogno di quei flussi turistici, «anche per dare sostentamento alle attività commerciali, una ventina in tutto, che attendono quelle persone a braccia aperte, come noi del resto» aggiunge Nesich.

A dilagare fra i dissidenti è il timore di vedere quell’angolo di paradiso snaturato dall’overtourism, di dover immolare la quiete delle immense distese prative all’arrivo di auto e camper in sosta fra i 45 stalli complessivi previsti e a un punto di ristoro per la ciclabile Resiutta-località Tigo di Resia.

«Quale l’utilità di un parcheggio – l’interrogativo dei firmatari – visto che per la stragrande maggioranza dell’anno, circa 10 mesi, il parcheggio resterà inutilizzato e visto che per le auto dei cicloturisti c’è la possibilità di fruire di posti auto in prossimità della pista ciclabile di Povici di sopra?». E pure sul Punto di ristoro con il bar si addensano dubbi e contrarietà: «Non se ne vede alcuna necessità visto che a poche centinaia di metri a Resiutta sono in funzione ben nove bar di cui cinque con annesso servizio di ristorazione» il commento ricorrente di chi lamenta una decisione «calata dall’altro senza alcuna consultazione e coinvolgimento della comunità»

Di tutt’altro avviso il sindaco Nesich per il quale a una minoranza contraria rumorosa si contrappone una maggioranza silenziosa che sul progetto in questione non ha nulla da eccepire.

Per il primo cittadino la piccola comunità ha il dovere di guardare avanti e di garantire fonti di reddito per le attività commerciali e turistiche pur nel pieno rispetto dell’ambiente. La genesi del progetto è tutt’altro che recente: presentato nel 2020, è stato revisionato nel 2024 e poi ancora nel maggio 2025.

«Vogliamo valorizzare l’area vicino al torrente Resia – argomenta il primo cittadino – molto frequentata d’estate, evitando il fenomeno dei parcheggi selvaggi per questo abbiamo progettato un park non asfaltato con mattonelle ed erba oltre a un baretto e i servizi igienici con le strutture per il conferimento dei rifiuti proprio per evitare gli abbandoni, dare qualità ai servizi e tutelare il territorio. I turisti da noi sono i benvenuti e comunque dubito che dovremo fronteggiare orde di gitanti». 

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