Poste lasciate senza wc Il caso diventa politico
Uffici postali senza toilette per il pubblico: in quello centrale di Pordenone invitano a rivolgersi al bar vicino». E’ indignato Renzo Liva, della segreteria regionale e direzione provinciale del Pd, che ha rilanciato la denuncia sul wc negato in via Santa Caterina. «Non accettiamo di essere un paese incivile – ha proposto le toilette obbligatorie per Poste Italiane -. Se una persona anziana o un bambino hanno una necessità urgente sono invitati ai servizi di qualche locale vicino».
Ha assistito al caso e non vuole passarci sopra, l’ex sindaco di Roveredo in Piano. «Intendo andare a fondo sia rivolgendomi alle autorità incaricate che coinvolgendo – ha detto Liva -, se le risposte non saranno soddisfacenti, il consiglio regionale. Con una apposita interpellanza da parte di un nostro consigliere».
Fatta la denuncia, ecco la verifica. Ieri, agli sportelli di via Santa Caterina a Pordenone, la cronista prende il numero tagliafila alle ore 15.05 e chiede all’impiegata in cassa la “location” del bagno. «In nessuna posta c’è il bagno – è stata la risposta a occhi sgranati dell’impiegata postale -. Non c’è mai stata una toilette: vada direttamente nei bar qui intorno a piazza Risorgimento». Ma la cronista insiste: «Come mai tanto pubblico in attesa e niente possibilità di servizi, nemmeno nella sede centrale?». Un sorriso forzato arriva a risposta dell’insistenza. Poi la sentenza: «In banca, signora, trova il bagno per i clienti? Ci pensi: alla posta è la stessa cosa».
Quello che serve per avere la toilette? A Carrara, in Toscana, hanno proposto una variante nel regolamento urbanistico per rendere obbligatori i servizi igienici negli uffici pubblici, Poste comprese. A contattare l’Arpat, che è l’agenzia ambientale toscana, si capisce subito come, per un regolamento nazionale, le Poste Italiane hanno l’opportunità di non dotarsi di servizi igienici. O meglio, devono farlo solo se gli viene imposto dalle amministrazioni locali. La prima cosa da fare è una verifica tecnica, pare e poi si passa all’ordine del giorno in consiglio comunale.
L’utenza agli sportelli postali, infatti, è in fila ogni giorno nei 95 uffici del Pordenone e il disagio degli utenti (anziani, disabili, donne in gravidanza) è sensibile. «E’ un piccolo esempio di come questo Paese stia affondando – ha detto amareggiato Liva – E’ necessario reagire, in nome del nostro orgoglio di italiani».
La crociata per l’obbligo delle toilette negli uffici postali (e pubblici) dovrebbe partire da ogni Comune. Nell’attesa, abbiamo interpellato Poste Italiane sul “caso Pordenone” sollevato da Liva. «Ci riserviamo di fare accertamenti – è stata la risposta gentile dell’addetto stampa sul bagno rivendicato – e di offrire dettagli approfonditi a breve».
Chiara Benotti
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