Posso fare la spesa fuori dal comune? Ecco cosa dice la circolare dei prefetti sugli spostamenti

UDINE. La parola magica è buonsenso. Il prefetto di Udine, Angelo Ciuni, la ripete più volte parlando al telefono. Ed è quella che ha mosso lui e i tre colleghi di Trieste, Pordenone e Gorizia nello stilare la circolare che chiarisce una volta per tutte quali servizi consentono lo sconfinamento in un comune diverso da quello di residenza o domicilio e quali no. Dunque sì alla spesa fuori dal comune di residenza, a patto che esistano oggettive ragioni per muoversi: lo sono le offerte speciali, o i prodotti a prezzo davvero più contenuto rispetto alla propria città o paese. A patto che gli acquisti siano legati a esigenze autentiche: i genitori che hanno bisogno per il proprio figlio di un particolare tipo di latte in polvere (che magari si trova a prezzo scontato nel comune contermine) possono spostarsi, un appassionato di musica che vuole comprare l'ultimo vinile del suo gruppo preferito, no.
"Un modo, soprattutto, per andare incontro alle oggettive difficoltà economiche di tante famiglie che in questi mesi difficili possono trovare d'aiuto fare la spesa a un prezzo calmierato", spiega Ciuni. Via libera, così, alla spesa nel discount del paese confinante, a patto di reali esigenze: gli spostamenti da un comune all'altro vanno, infatti, giustificati con l'autocertificazione.
La decisione è arrivata nel primo pomeriggio di giovedì 19 novembre, quando i prefetti di Udine, Ciuni, di Trieste, Valerio Valenti (che è anche commissario regionale di governo per il Fvg), di Gorizia, Massimo Marchesiello, e di Pordenone, Domenico Lione, hanno concordato una linea comune, che evitasse così difformità di giudizio tra una provincia e l'altra.
«Come impostazione io sarei sempre molto restrittivo – premette Ciuni -, applicherei i contenuti del Dpcm alla lettera. Ma è giusto interpretare le norme con buonsenso, senza cavillare e cercando di capire le reali esigenze di chi è chiamato a spostarsi: d’altro canto, è l’ora di rendersi conto della situazione globale che stiamo vivendo e di mettere da parte un certo individualismo che forse fa parte della nostra cultura». Il prefetto spiega, per portare un esempio personale, «di non andare dal barbiere, né da mio sarto di fiducia che si trova fuori dai confini comunali. Eccezion fatta per l’ufficio, cerco di stare chiuso in casa».
Da qui la decisione di inviare mercoledì 18 novembre alle associazioni di categoria un breve compendio per chiarire alcuni punti poco chiari del Dpcm del 3 novembre, che si prestano a interpretazioni rispetto alle quali alcuni esercizi commerciali hanno tentato di fornire spiegazioni a favore delle proprie attività. Indicazioni in parte superate da quelle varate congiuntamente dai quattro prefetti e che di seguito sintetizziamo.
Posso andare a fare la spesa fuori dal comune?
No, a meno che non ci siano reali esigenze. Posso andare nel supermercato di un comune contiguo se questo pratica offerte particolarmente vantaggiose o se ha una maggior scelta.
«Le FAQ esplicative pubblicate sul sito della Presidenza del Consiglio forniscono in merito ilseguente chiarimento “Laddove quindi il proprio Comune non disponga di puntivendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati”, precisando inoltre che “non sono previste limitazioni alle categorie di prodotti acquistabili”.Dettaindicazionecontempera il divieto di spostamento dal proprio Comune con le concrete e pari opportunità di potersi approvigionaredi beni di prima necessità ed, in analogia, di usufruire dei servizi attivi», scrivono i prefetti nel chiarimento.
«Con la suddetta FAQ viene pertanto ammesso lo spostamento in comuni contigui, sia dove non sia presente nel territorio di residenza un punto vendita che possa soddisfare le proprie esigenze, sia quando ci sia una maggiore offerta, anche in termini di migliore convenienza economica, nei punti vendita siti nei Comuni vicini. Naturalmente –come chiarito con circolare del Ministero dell’Interno nr. 15350/117/2/1 in data 7 novembre u.s. –valgono anche in questocasole regole prudenziali che suggeriscono non solo di limitare all’indispensabile gli spostamenti, ma anche di effettuarli, di massima, raggiungendo il luogo più vicino dove comunque sia possibile la soddisfazione della propria esigenza. Sulla base di quanto esposto e allo scopo di non eludere il dettato normativo in argomento non si rinviene alcuna possibilità di deroga al criterio secondo cui l’esigenza che giustifica lo spostamento debba essere soddisfatta nel luogo più vicino».
Gli eventuali spostamenti devono essere accompagnati da autodichiarazioni, la cui veridicità sarà oggetto di controlli successivi e l’accertata falsità di quanto dichiarato costituisce reato.
Posso andare dal mio parrucchiere di fiducia, con lo studio fuori dal comune di residenza?
No, a meno che non sussistano esigenze legate in qualche maniera all’ambito sanitario.
Facendo esercizio di pragmatismo, Ciuni spiega che «ci si può spostare e andare nel salone di fiducia se, ad esempio, si soffrono di oggettivi problemi alla cute e il mio parrucchiere è l’unico della zona a garantire quel tipo di trattamento, legato alla salute».
Posso spostarmi dal mio comune per una visita medica programmata?
Sì, in ogni caso. In questo caso è consentito lo spostamento anche oltre i comuni contigui.
«L’art. 2, comma 4, lett. b) del DPCM 3 novembre 2020 prevede che sia “vietato ogni spostamento ... in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione” e che siano consentiti solo gli spostamenti giustificati da “comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”. Gli spostamenti per prestazioni sanitarie, prestazioni odontoiatriche e prestazioni veterinarie sono da considerarsi spostamenti per motivi di salute. Ovviamente devono essere accompagnati da autodichiarazioni».
Devo allenarmi per una gara sportiva. Posso spostarmi fuori dal comune?
Dipende: sì se l’evento è considerato di interesse nazionale dal Coni. In quel caso è derogato anche il rispetto del coprifuoco.
«Rimangono “consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riconosciuti di interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del Comitato italiano paralimpico (CIP)” nonché, a porte chiuse, “le sessioni di allenamento degli atleti ... partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera”. Di conseguenza, sono da considerarsi consentiti – anche al di fuori della fascia 22.00-5.00 e del comune di residenza/domicilio – gli spostamenti relativi allo svolgimento delle suddette attività ammesse (competizioni e allenamenti), purché in possesso di autocertificazione comprovante il motivo dello spostamento».
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