Portone fascista, l’Anpi attacca «Intervenga la magistratura»

Codroipo: fa discutere il caso del cancello di una casa di Rivolto con il profilo di Mussolini e i fasci littori Il sodalizio partigiano: «Viola la Costituzione». L’assessore di Fdi: «Sarò presente all’inaugurazione»
CODROIPO. È stato ribattezzato il portone fascista. E adesso in molti invocano l’intervento delle autorità competenti. Perché il profilo del duce e il fascio littorio incisi all’ingresso della casa di Alberto Biasiato rappresentano, per l’Anpi in primis, un affronto ai princìpi democratici su cui si basa il nostro Stato. «Non vorremmo che questo fosse classificato semplicemente tra i numerosi gesti stupidi di cattivo gusto che al momento fanno tendenza e notizia – riferisce la sezione del Codroipese dell’Anpi –. Pensiamo invece che debba essere occasione di riflessione. Se non basteranno il buon senso e la ragione, ci si aspetta che la pubblica autorità proceda nei termini previsti dalla legge della Repubblica nello spirito e nella lettera della Costituzione».


Il portone si trova a Rivolto, proprio di fronte al monumento che ricorda i militari caduti nella guerra voluta da Mussolini e nella guerra di liberazione dal fascismo. «L’ignoranza della storia del nostro Paese e della nostra Repubblica, condita spesso con una disinvolta malafede, con i malesseri e le frustrazioni personali sociali – continuano i referenti Anpi – trovano ancora oggi sfogo nella nostalgia per un criminale come Mussolini. Pensiamo che questo dovrebbe essere considerato un affronto ai caduti e alla comunità di Rivolto».


Il consigliere comunale Nicolò Berti ha annunciato che si attiverà con le istituzioni deputate «affinché venga rispettata la Carta costituzionale che riconosce la rievocazione del fascismo come un reato, e affinché queste effigi vengano rimosse. Davanti a chi rievoca le dittature, fasciste o comuniste che siano, non c’è casacca politica che ci divida perché a essere offesi sono i diritti e le libertà di tutti noi. Farsi scudo della libertà di espressione è una distorsione perché quando si propaga una dittatura si sostiene l’imposizione di un’idea unica su quella degli altri, e quindi si usa quella libertà contro se stessa. Mi auguro che i miei colleghi consiglieri, il sindaco e i nostri concittadini spendano parole di condanna nei riguardi di questa offesa alle libertà di tutti noi, alla nostra democrazia e alla nostra Repubblica».


Una condanna che arriva anche dal segretario del circolo del Pd di Codroipo, Giuseppe Damiani, ma non dalla giunta Marchetti. Biasiato, che considera il Duce «un secondo padre», vuole organizzare un’inaugurazione del portone. «Certo che ci andrei, non vedo dove stia il problema, anzi il tutto è proprio bellissimo e poi Alberto è un amico – afferma l’assessore di Fratelli d’Italia Andrea Nadalini –. Ognuno è libero di esprimere le proprie idee». «Io preferisco condannare – afferma poi il sindaco Fabio Marchetti – la frase sessista detta dal consigliere del Pd Vittorino Boem al sindaco di Monfalcone Annamaria Cisint».


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