Pordenonesi comuni scelti come attori nel film su Menocchio

C’è un aspetto che sorprende in “Menocchio” l’ultimo film del regista di San Vito al Tagliamento Alberto Fasulo (che con “Tir” vinse il Festival di Roma nel 2013), da qualche giorno nelle sale, dopo la prima al Festival di Locarno, unico film italiano in concorso, e il primo premio all’Annecy Cinéma Italien 2018, pellicola preziosa e necessaria sulla storia del celebre mugnaio di Montereale Valcellina che si ribellò all’Inquisizione e all’accusa d’eresia.
Fasulo ha scelto ancora una volta di non affidare ad attori la maggior parte dei ruoli e si stenta a crederlo di fronte all’intensa interpretazione di Marcello Martini (di Claut, guardiano di una diga oggi in pensione) nei panni del protagonista, ma anche di Nilla Patrizio, maniaghese, 64 anni, maestra di scuola materna, anche lei in pensione, scelta per interpretare la moglie di Menocchio. Il suo volto antico, i suo sguardi, le sue compassionevoli suppliche: Nilla sembra nata per quel ruolo. Al quale è arrivata dopo un casting per un altro film, di cui si era occupato lo stesso Fasulo.
«Ho visto la tua foto e ho pensato: eccola qua», le ha poi detto il regista al primo incontro, come racconta lei stessa, a pochi giorni dalle due prime regionali del film, al Visionario di Udine e a Cinemazero di Pordenone. «A lungo ci siamo incontrati tutti a casa mia – racconta Nilla – cucinavamo insieme sulla stufa a legno, discutevamo, senza mai parlare direttamente del film. La bravura di Alberto è stata quella di portarci pian piano dentro la storia. Quando poi ci siamo trasferiti in val Pesarina (dove è stato allestito il set e girato “Menocchio” fra settembre e ottobre dell’anno scorso), accolti meravigliosamente dalla popolazione, non eravamo attori. Eravamo quei personaggi, quelle persone».
Nessun copione, per loro, nessuna battuta suggerita dal regista. «Non voleva che recitassimo – ancora Nilla – ma che portassimo i nostri pensieri, le nostre emozioni e anche le nostre parole. Spesso ho sentito una grande responsabilità, ma è stata un’esperienza meravigliosa, che mi ha regalato emozioni fortissime, bellissima anche dal punto di vista umano».
Nel film, oltre a Nilla, compaiono anche altri “non attori” della provincia di Pordenone. Fra loro, Gino Segatti, presidente del Circolo Arci di Montereale, Emanuele Bertossi, l’illustratore che vive in Val Colvera, il fisarmonicista di Arzene Paolo Forte. Un motivo in più per non perdere “Menocchio”, che sicuramente fino a mercoledì sarà a Cinemazero, l’8 novembre a Maniago al cinema Manzoni, il 14 a Spilimbergo al Miotto, il 15 a Casarsa al Pasolini, il 17 a San Vito al Tagliamento nell’auditorium Zotti, spesso con il cast presente alla proiezione. —
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