Pordenone, partorire con l’anestesia: arriva il “metodo” inglese

PORDENONE. Le donne pordenonesi sono tutte d’un pezzo, si informano sull’anestesia epidurale prima del parto, ma al momento dell’evento, per la maggior parte, preferiscono farne a meno.
Dal prossimo anno, però, all’ospedale di Pordenone sarà introdotto l’Entonox, gas con il 50 per cento di protossido di azoto e il 50 per cento di ossigeno usato dagli anni ’70 in Inghilterra come analgesico durante il parto.
Caratteristica di questo metodo è che è la donna a somministrarselo in vicinanza della contrazione. Secondo Ygal Leykin, direttore del servizio di anestesia e rianimazione dell’ospedale cittadino, «non è paragonabile all’epidurale, anche se dà un po’ di sollievo».
Il punto sulle terapie anti dolore sarà fatto domani in Fiera a Pordenone in un convegno promosso dallo stesso Leykin dal titolo "Territorio e ospedale senza dolore 2015", giunto alla sedicesima edizione. Un momento di confronto tra diversi professionisti provenienti da tutta Italia sulle tecniche per la riduzione del dolore, aperto non solo a medici, ma anche a infermieri.
Pordenone, spiega Leykin, cerca di mantenersi all'avanguardia per quanto riguarda questo settore. Oltre ai protocolli per il dolore del post intervento è operativo un servizio per il dolore cronico.
«Si tratta per la maggior parte di un dolore benigno – spiega il direttore – ed è localizzato nella colonna vertebrale. Questo è un problema sociale enorme, che fa perdere giorni di lavoro e determina la vita di una persona».
Sono 600 i pazienti seguiti a Pordenone che si rivolgono al centro più volte l'anno per le terapie. «Siamo sui 7.500 interventi annui – precisa Leykin – di tutte le tipologie». Il servizio ha anche un ambulatorio di agopuntura e ha incrementato negli ultimi anni l’inserimento dei neurostimolatori.
Altro settore di cui si parlerà nel convegno di sabato è l’analgesia in travaglio da parto, a cui è dedicata una apposita sessione. A Pordenone la richiesta di questo tipo di intervento è alta da parte delle donne americane della Base, con cui il servizio ha una stretta collaborazione.
Tra la 34ª e 37ª settimana vengono promossi incontri a cui ne segue uno singolo con l’anestesista che deve dare l’assenso. Agli incontri ambulatoriali partecipano ogni anno circa 700 donne, ma quelle che ricorrono all’anestesia sono molto meno.
«Ritirano l’autorizzazione all’epidurale per stare tranquille – spiega Leykin – ma poi in poche la fanno. E' una questione culturale».
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